Salento, botte per un "like" su Instagram: il giudice lo condanna

Salento, botte per un "like" su Instagram: il giudice lo condanna
di Pierangelo TEMPESTA
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Domenica 12 Marzo 2023, 15:11 - Ultimo aggiornamento: 21 Marzo, 16:57

Era accusato di aver picchiato la compagna per un “like” ricevuto su Instagram e di aver minacciato di dare fuoco al locale in cui lavora come cameriera. Un 19enne di Tricase, già raggiunto dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla ragazza, è stato condannato ad un anno di reclusione (con sospensione della pena). Il giudice Fabrizio Malagnino, però, lo ha assolto dall'accusa di stalking.

Gli episodi

Diversi gli episodi contestati dal pubblico ministero Maria Rosaria Petrolo, titolare delle indagini.

Il giovane avrebbe chiesto insistentemente denaro alla sua ex compagna e ai suoi rifiuti avrebbe reagito aggredendola verbalmente, picchiandola e accusandola di non averlo a cuore. Inoltre, le avrebbe vietato di uscire con le sue amiche, costringendola a rimanere in casa con lui. In un'occasione, proprio per aver disubbidito, le avrebbe distrutto il cellulare e sputato in volto. Ma c'è anche altro. Il 19enne non avrebbe accettato la fine della relazione e si sarebbe appostato sotto l'abitazione dell'ex compagna, minacciandola che, se fosse uscita, per lei sarebbe stata la fine.

Avrebbe chiesto alla ragazza di lasciare il lavoro

Avrebbe anche chiesto alla ragazza di lasciare il lavoro di cameriera presso il locale della zia o, in alternativa, di essere assunto insieme a lei, minacciando, in caso contrario, di dare fuoco al locale. Ma l'episodio più grave è quello avvenuto il 17 ottobre dello scorso anno: il giovane avrebbe picchiato la ragazza con schiaffi e pugni e l'avrebbe trascinata fuori casa tirandola per i capelli, solo perché la malcapitata si sarebbe rifiutata di fargli vedere il cellulare dopo aver notato un “mi piace” lasciato su Instagram da un ragazzo a commento di una foto della giovane. In seguito a questo ennesimo episodio di violenza, alla ragazza era stato diagnosticato un trauma al volto giudicato guaribile in sette giorni.Al termine del processo, il 19enne è stato condannato in primo grado per il reato di lesioni. Caduta, invece, l'accusa di atti persecutori. La ragazza, costituitasi parte civile, dovrà essere risarcita, mentre il 19enne, tramite il suo avvocato, potrà presentare appello.

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