Salento, sbloccati gli sfratti: a rischio duemila famiglie. Chiesto un vertice in prefettura

Salento, sbloccati gli sfratti: a rischio duemila famiglie. Chiesto un vertice in prefettura
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Giovedì 30 Settembre 2021, 05:00

«La povertà attanaglia molte famiglie che non riescono a pagare il canone d’affitto. Guai a ridurre gli aiuti e gli ammortizzatori sociali. Lavoriamo per procrastinare la scadenza delle domande sul Fondo Regionale destinato a chi si trova in difficoltà». L’allarme sull’emergenza abitativa in Salento è lanciato da Ada Chirizzi e Alessandro Monosi in rappresentanza della Cisl e del Sicet di Lecce. Sotto i riflettori i 500mila euro della Regione Puglia e le richieste d’aiuto di numerose famiglie. Preoccupano soprattutto le previsioni per i prossimi mesi in cui si preannunciano oltre 2mila sfratti, che dovrebbero tornare in esecuzione in provincia di Lecce, dopo lo stop imposto dal decreto Covid.

I sindacati

«Quello che avevamo temuto si sta puntualmente verificando. Se nel 2020 il numero degli sfratti è stato bassissimo grazie al Decreto Covid emanato dal Governo, che li aveva bloccati fino al 30 giugno 2021, i nostri uffici stanno cominciando a ricevere, proprio da quella data, in maniera preoccupante, segnali in triste controtendenza – affermano i due sindacalisti -.

Dopo lo sblocco, infatti, gli sfratti stanno aumentando nei confronti di tutti quegli inquilini morosi che non hanno potuto pagare il canone a causa della pandemia che ha distrutto le economie di tanti lavoratori e di tante famiglie». Situazione seguita da tempo da Cisl e Sicet, approdata nelle scorse settimane anche sul tavolo della Prefettura di Lecce con la richiesta di istituzione di una cabina di regia per monitorare tutte le situazioni, caso per caso. Altri nodi da scogliere, riguardano l’attività dei Comuni in merito alla predisposizione dei bandi per gli alloggi popolari, che per legge regionale dovrebbero essere emanati ogni 4 anni.

Un quadro complesso, in cui Arca Sud Salento, il gestore degli alloggi popolari, ha recapitato a casa degli inquilini il cosiddetto censimento reddituale da compilare entro il 30 di settembre, in cui si chiede lo stato economico dei nuclei beneficiari. «Dall’analisi delle schede dei nostri iscritti che stiamo aiutando nella compilazione – afferma Alessandro Monosi, responsabile del sindacato Inquilini Casa e Territorio - stiamo notando che la stragrande maggioranza dei redditi dichiarati dagli inquilini nel censimento provengono dagli aiuti dati dallo Stato durante la pandemia come il rem, il reddito di cittadinanza, vari bonus. Il precariato è diffuso, l’allarme sociale è altissimo. Questa è l’assistenza di cui godono per lo più moltissimi nuclei familiari senza la quale ci troveremmo dinanzi alla povertà più assoluta. Troppe famiglie purtroppo – aggiunge Monosi - non riescono a far fronte al pagamento dell’affitto, delle bollette o di entrambe con il rischio di incorrere in indebitamenti o sfratti, contribuendo così ad allargare la forbice delle disuguaglianze, i cui effetti potrebbero amplificarsi se nel 2022».

L'obiettivo

Obiettivo dunque, bloccare gli sfratti. E in aiuto previsto lo stanziamento da parte della Regione Puglia di un fondo di 500mila euro destinato all’assegnazione di un bonus da tre mensilità per quegli inquilini delle case popolari che si trovano in condizioni disagiate, in scadenza al 30 settembre, su cui le parti sindacali chiedono l’allungamento dei termini. Tra i requisiti per accedere al bando: basso reddito, (percettori di ammortizzatori sociali come il reddito di cittadinanza) o percettori all’interno del proprio nucleo familiare di pensioni di invalidità. «La scadenza del bando al 30 settembre va spostata e procrastinata almeno al 31 dicembre - dice il segretario Generale della Cisl di Lecce, Ada Chirizzi -. La comunicazione anche se rivolta a tutti i nuclei familiari non è attecchita e non è stata molto recepita. Ci risulta che le domande siano ancora troppo poche e dobbiamo fare in modo che tutti gli inquilini che ne hanno diritto ricevano questo aiuto».

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