Strade pattumiera, turisti increduli e delusi: «Avete una grande bellezza e la maltrattate così»

Strade pattumiera, turisti increduli e delusi: «Avete una grande bellezza e la maltrattate così»
di Rita DE BERNART
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Domenica 4 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 07:44

«Un territorio ricco di grande bellezza ma abbandonato a se stesso».
È così che appare il Salento ai turisti che arrivano in vacanza e si imbattono in montagne di rifiuti abbandonati per strada e nelle campagne. 

I visitatori:«Come mai i salentini non capiscono l'importanza del paesaggio?»

 

«Con il covid stiamo riscoprendo l’Italia, abbiamo scelto questa terra di cui si parla tanto per la sua bellezza e accoglienza e ne siamo rimasti colpiti. Ma siamo altrettanto colpiti dallo stato di abbandono in cui versano le campagne. Dalla sporcizia e dall’incuria che si incontra; come mai la gente non comprende l’importanza di tutelare l’ambiente e il paesaggio?». A parlare è una coppia di Gorizia in vacanza itinerante tra lo Jonio e l’Adriatico. Difficile comprendere per chi proviene da una città, e una terra, in cui si ha quasi soggezione a poggiare la suola per terra. 
Sono sempre di più a chiedersi ciò che accade in un territorio segnato da una dicotomia al limite del paradosso: da un lato ci sono le aziende che investono nel turismo lento, nella sostenibilità, nella vacanza immersi nella natura. Masserie, villaggi, campeggi, resort in piena campagna ricolmi di vegetazione. E poi i parchi, i sentieri da percorrere in bici o a piedi, il mondo dell’escursionismo. In mezzo, distese di rifiuti di ogni genere scaricati letteralmente ai bordi delle strade, sugli svincoli delle statali e le rotatorie. Un problema che non riguarda solo il sistema turistico e l’immagine ma che ha ricadute sulla qualità generale della vita. 
«È un problema a prescindere – commenta Francesco Minonne, responsabile scientifico del Parco Costa Otranto Santa Maria di Leuca e bosco di Tricase -. Si tratta di un approccio sbagliato della popolazione. Noi ci ritroviamo con mole enorme di rifiuti tra l’erba e il verde anche il giorno dopo aver ripulito. Il tema dei rifiuti è di gestione del territorio e va affrontato in generale non solo in virtù delle ricadute che può avere su un determinato settore; i comuni e gli enti preposti non dovrebbero porre maggiore o minore attenzione alle zone in base al loro valore paesaggistico.

Un grande deterrente all’abbandono dei rifiuti inoltre è la frequentazione dei luoghi. Rendere fruibili e quindi più frequentati i sentieri scoraggia le persone a lasciare i rifiuti».

«Ciò che c'è in giro è terribile»

Un fatto culturale che impone un’azione educativa importante messa in campo dalle istituzioni. «Manca la cultura dell’ambiente – dice Attilio Caputo di Caroli Hotels -. Ciò che c’è in giro è terribile e ormai non sembra accorgersene più nessuno. Purtroppo i turisti che vengono da territori più evoluti da questo punto di vista, si sorprendono negativamente. Noi nelle camere mettiamo persino i cestini per la differenziata e ci chiedono come mai ci sia un tale divario con ciò che accade fuori. Con l’Istituto Costa abbiamo lanciato l’iniziativa “Che ti costa? Ripulire l’ambiente” che prevede cartellonistica in tutto il Salento ma a questo bisognerebbe aggiungere una massiccia campagna istituzionale e magari una certificazione ambientale per attenersi a certi standard». 

«Abbiamo turisti che appena arrivano fanno un giro per ripulire»


Non ci sono prospettive secondo gli operatori se non quella di rieducare da zero una popolazione da troppo abituata a questi comportamenti. «Forse alcuni lo fanno senza neanche l’intenzione di far male al territorio – spiega Giovanni Pizzolante de Le Dune suite hotel di Porto Cesareo -. Si pensa che si tratti sempre di persone poco raccomandabili invece spesso sono solo persone che hanno bisogno di essere informate ed educate alla cultura ambientale. Noi abbiamo turisti che arrivano da New York che prima di accomodarsi sul loro lettino si fanno un giro per ripulire intorno. E ce ne sono tanti che magari per curiosità, per sport o perché sbagliano strada si ritrovano in zone dove la scena che si trovano davanti è terribile. Le strutture curate e ben gestite appaiono a loro come cattedrali nel deserto. Per provare a risolvere occorre dunque innanzitutto un progetto culturale e non un processo. Imporre ai comuni di attivare campagne importanti anche immaginando un ritorno per chi si impegna per l’ambiente».

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