Estorsione, chiedeva il pizzo al titolare dell’agriturismo nel Salento: «Devo pagare i miei avvocati». Arrestato

Estorsione, chiedeva il pizzo al titolare dell’agriturismo nel Salento: «Devo pagare i miei avvocati». Arrestato
di Roberta GRASSI
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Giovedì 8 Giugno 2023, 19:39 - Ultimo aggiornamento: 9 Giugno, 20:37

Il “pizzo” per «pagare gli avvocati». La richiesta sarebbe stata rivolta al gestore di un agriturismo di Gallipoli: poche centinaia di euro, a fronte di una pretesa iniziale di 3.700 euro, secondo l’accusa. In manette è finito un uomo residente a Noha, Luigi Patera, di 56 anni. Lo hanno condotto in carcere i poliziotti del commissariato di Gallipoli che, come spesso accade in indagini di questo genere, hanno organizzato la “trappola”. Il giudice per le indagini preliminari Angelo Zizzari ha convalidato l’arresto, dopo l’interrogatorio in cui, al fianco dell’avvocato Luigi Greco, l’uomo ha dichiarato di aver ricevuto spontaneamente le elargizioni, con ricarica su postepay. 

Le accuse


Gli episodi sono recentissimi. Secondo l’accusa Patera avrebbe sollecitato più volte la consegna del denaro, somma «asseritamente necessaria per pagare i suoi avvocati». Avrebbe contattato la vittima per telefono, messaggi e whatsapp. Si sarebbe recato personalmente presso l’agriturismo di Gallipoli provocando nel titolare paura e soggezione. Tutto ciò dall’1 al 5 giugno scorsi. 
Patera è anche accusato di essersi impossessato di un blocchetto di assegni prelevato da un’autovettura.

E di aver portato fuori dalla propria abitazione due coltelli a lama lunga e una mazza da baseball. L’operazione trae origine da una coraggiosa denuncia di un operatore del settore turismo, esasperato e stanco di sopportare continue e assillanti richieste, a quanto è stato detto in sede di denuncia, con allegati screenshot e documenti a riprova della narrazione. Secondo quanto riferito, ora oggetto di ulteriori indagini, l’indagato non avrebbe voluto soltanto denaro. Ma anche un posto di lavoro. Inizialmente l’imprenditore gallipolino avrebbe ceduto, ma le visite del 56enne sarebbero diventate via via più frequenti. E i toni, stando alla denuncia, molto più minacciosi. 

L'incontro per la consegna del denaro


«Ti getto a mare», avrebbe detto. Da qui la decisione di organizzare una consegna di denaro, una somma pari a mille euro. L’incontro è stato videoregistrato. Non appena c’è stato il passaggio dei contanti, si sono palesati i poliziotti che hanno proceduto con l’arresto. L’importo era composto da 20 banconote da 50 euro. 
Davanti al gip Zizzari, poi, l’indagato ha negato gli addebiti. Ha specificato di aver ricevuto un aiuto spontaneo dalla vittima e ha aggiunto di non sapersi spiegare la denuncia querela sporta. Nessun dubbio, invece, secondo il giudice che l’episodio vada letto e interpretato come un’estorsione. E che si debbano proseguire gli approfondimenti investigativi, per verificare se davvero si trattasse di pressioni operate “in proprio” o su commissione. Se ci fosse qualcuno alle spalle dell’uomo, che un volto già noto alle forze di polizia, o se invece il presunto taglieggiamento avvenisse per intascare denaro per sé. 
Al momento è stato disposto che Patera resti nella cella in cui è ristretto, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Le indagini sul suo conto proseguono, ma vanno avanti soprattutto riguardo l’episodio avvenuto. Oltre a verificare la versione dei fatti e l’ipotetica presenza di mandanti, i poliziotti intendono accertare se si sia trattato di una vicenda isolata o se altri operatori commerciali della zona siano stati fatti oggetto di simili “imposizioni”. 


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