Salento, da sei a 16 ospedali: arrivano dieci case di comunità. Ecco come funzioneranno

Salento, da sei a 16 ospedali: arrivano dieci case di comunità. Ecco come funzioneranno
di Andrea TAFURO
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Sabato 23 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 24 Ottobre, 12:00

Quattro anni per compiere la grande rivoluzione della sanità in Salento con i fondi comunitari del Pnrr che porterà da 6 a 16 gli ospedali del territorio.
Il piano dell’Asl Lecce, strutturato su parte dei 631 milioni destinati alla Puglia, prevede due linee guida: l’apertura di dieci tra ospedali e case di comunità negli altrettanti distretti sanitari della provincia, per affiancare i 6 ospedali (Lecce, Casarano, Gallipoli, Copertino, Galatina e Scorranto) già presenti e l’introduzione delle cittadelle della salute per innovare la medicina del territorio. Innovazione da compiere necessariamente entro il 2026, data limite entro cui la Puglia dovrà spendere le risorse e rendicontare all’Unione Europea. 

Il gruppo di lavoro


Al timone del gruppo di lavoro salentino, organizzato dal direttore generale dell’Asl Rodolfo Rollo, il dottore Rocco Palese (direttore sanitario del distretto di Gagliano) che nelle prossime settimane invierà la progettazione in Regione per l’approvazione.

Obiettivo principale la riqualificazione delle strutture già esistenti di Campi Salentina, Nardò, Maglie, Poggiardo e Gagliano del Capo. Martano e il vecchio ospedale di Gallipoli saranno riorganizzati mentre il vecchio “Vito Fazzi” e il centro di San Cesario saranno potenziati. A Casarano invece, secondo i piani, dovrebbe essere realizzato ex novo un ospedale di comunità. In queste nuove strutture si punterà ad affrontate le attuali emergenze sanitarie, quali malattie croniche e le non autosufficienze riferite alle persone anziane. Serviranno infatti a dare una risposta duratura a tutte quelle malattie da cui non si guarisce, ma che possono essere controllate e gestite nel migliore dei modi. 

Ospedali e case di comunità


Ospedali e case di comunità, che differiscono tra loro poiché le seconde dovrebbero essere attive solo in orario diurno, e pur essendo strutture temporanee con ricovero codificato, già in altre regioni, massimo per 30 giorni, non dovranno tuttavia essere confuse con le Rsa. Saranno quindi presìdi sanitari a gestione prevalentemente infermieristica attraverso i quali la Regione punta a garantire una rete di cura capillare sui territori. Gli ospedali di comunità dovrebbero, inoltre, contribuire a ridurre il numero di accessi impropri ai servizi sanitari e abbattere anche le liste d’attesa sulle prestazioni sanitarie programmate. 
Offerta di assistenza sanitaria sul territorio che verrà potenziata anche con l’apertura delle cittadelle della salute, intese come grandi poliambulatori, dove troveranno sistemazione i medici di base, i pediatri e la guardia medica, a copertura di un bacino di utenza di 30mila abitanti. E in questo contesto si inserirà anche la telemedicina e l’assistenza domiciliare. Organizzazione sul territorio che tuttavia dovrà passare anche dalla partecipazione delle amministrazioni comunali, chiamate a collaborare con l’Asl nella individuazione delle sedi.

La riqualificazione

Nel Salento, inoltre, gli interventi di riqualificazione dovrebbero riguardare anche gli ospedali di base “Santa Caterina Novella” di Galatina, l’ospedale “Francesco Ferrari” di Casarano e il “San Giuseppe” di Copertino, quest’ultimo secondo programmi presentati nello scorso mese di agosto dagli assessori regionali, Pierluigi Lopalco e Sebastiano Leo, dovrebbe diventare un nosocomio con un’equipe multidisciplinare capace di affrontare le patologie acute. 
I sei ospedali, tra primo e secondo livello e di base, presenti in provincia di Lecce, resteranno quindi i presìdi indicati per curare le malattie acute, che possono essere affrontate in una o due settimane. E in questa nuova ottica avranno un chiaro indirizzo rivolto alle prestazioni intensive di alta complessità e immediate. In questo modo in ospedale dovrebbero bastare 3 posti letto per 1000 abitanti. Il resto dell’attività di assistenza medica si dovrà svolgere sul territorio, nelle nuove strutture di comunità, pensate per garantire i servizi sanitari essenziali alla popolazione salentina.

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