Salento, operaio folgorato da scarica elettrica: muore dopo l'arrivo in ospedale. Le reazioni: «Stop a questa spirale»

Il campo fotovoltaico in agro di San Donato
Il campo fotovoltaico in agro di San Donato
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Lunedì 28 Marzo 2022, 12:09 - Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 13:24

Un giovane operaio è rimasto folgorato mentre lavorava ad un impianto fotovoltaico. Il  28enne è stato raggiunto da una scarica elettrica, poi la corsa disperata in ospedale. Il giovane però non ce l'ha fatta: è morto al Vito Fazzi.

 

L'incidente sul lavoro

Ennesimo incidente sul lavoro questa mattina nel Salento, dove un giovane operaio è rimasto folgorato, intorno alle 11, mentre lavorava ad un impianto fotovoltaico in agro di San Donato.

L'impiegato della ditta, Antony Turnone, originario di Martina Franca ma viveva a Crispiano sempre in provincia di Taranto, si stava occupando dello spostamento di container,  effettuando delle manovre con un camion quando con il braccio meccanico ha urtato un cavo dell'alta tensione.

La scarica elettrica ha raggiunto l'uomo immediatamente soccorso. Sul posto i medici del 118 che hanno traferito il 28enne al pronto soccorso dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce dove è morto poco dopo il suo arrivo.

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Taranto, incidente sul lavoro al porto: operaio morto schiacciato da un telaio

Oltre ai sanitari sul posto anche Carabinieri, Spesal, Vigili del fuoco ed Enel per la messa in sicurezza dell'area e i rilievi del caso. La provincia di Lecce si conferma maglia nera in Puglia nella casistica sugli incidenti sul lavoro. Nei primi nove mesi del 2021 le morti bianche sono più che raddoppiate passando dalle 8 del 2020 alle 19 conteggiate fino a settembre.

Gli ultimi precedenti

Nemmeno una settimana fa a Taranto un lavoratore ha perso la vita nel porto. Il tragico incidente sul lavoro è avvenuto durante la mattinata di martedì nella parte pubblica del quarto sporgente dello scalo jonico. A perdere la vita è stato Massimo De Vita, tarantino di 45 anni. La vittima,  padre di due figli e ex operaio TCT, era impegnato all'interno della compagnia portuale Nuova Neptunia per una commessa di una ditta d'appalto, quando è stato schiacciato da un grosso telaio in ferro durante le operazioni di movimentazione a terra di un carico di pale eoliche danneggiate. 

A Brindisi, un altro incidente sul lavoro sempre la settimana scorsa: non ha causato il decesso ma comunque ha provocato lesioni gravi a un giovane. È ancora ricoverato nel reparto di ortopedia del Perrino di Brindisi con una frattura al bacino e alcuni traumi alle gambe lo studente 21enne investito mercoledì da un muletto durante un corso di formazione per «trasporto navale» nei cantieri "Danese Yacht Service". Alla guida del muletto che lo ha investito c'era un altro corsista che stava eseguendo una manovra. Le condizioni del 21enne, S. S., classe 2001, di San Michele Salentino, non sono gravi, è costantemente monitorato dall'equipe medica della struttura sanitaria.

Le reazioni

«Basta infortuni: rafforzare controlli, prevenzione e formazione anche nelle scuole “Per bloccare gli incidenti sui luoghi di lavoro non servono leggi nuove ma l’applicazione ed il rispetto delle norme già esistenti». Così Antonio Castellucci, Segretario generale della Cisl regionale, riguardo l’aggravarsi degli infortuni in Puglia. «I resoconti degli ultimi giorni, in aggiunta a quelli degli ultimi anni, in Puglia ci consegnano un quadro molto preoccupante che va affrontato con maggiori controlli, prevenzione e formazione mirata a partite dai giovani studenti ai quali va favorita la cultura della sicurezza e l’esecuzione delle norme, nazionali e regionali, che se applicate possono bloccare questa terribile piaga della società. È intollerabile che la mattina padri, madri, figlie, figli, uomini e donne, escano per andare al lavoro rischiando di essere vittime di infortunio o di non tornare a casa» osserva Castellucci.

«Purtroppo abbiamo perso il conto delle morti sul lavoro di un 2022 che sta addirittura superando, in pochi mesi, il trend già di per sé tragico dell’anno precedente. È inaccettabile: la morte dell’operaio nel Leccese è emblematica di una crescita economica senza briglie e senza regole, fondata in teoria sui principi della sostenibilità economica e ambientale, ma sulla pratica animata solo ed esclusivamente dal profitto, il cui costo è versato dal sangue delle lavoratrici e dei lavoratori pugliesi e italiani». Lo dichiara Franco Busto, segretario generale della Uil di Puglia.

Per Cgil, Cisl e Uil Lecce serve un cambio sulla cultura della sicurezza: «Siamo ancora una volta costretti a commentare con il dolore nel cuore la notizia di una morte sul lavoro. Questa volta a perdere la vita è stato un giovane lavoratore impegnato su un campo fotovoltaico. Si esce da casa al mattino per guadagnarsi da vivere e poi non si fa ritorno. Tutto ciò è inaccettabile». Così Valentina Fragassi, Ada Chirizzi e Salvatore Giannetto, segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Lecce, commentano la morte di Antony Turnone.

Anche il presidente del comitato consultivo provinciale dell'Inail di Lecce, Donato Congedo, esprime «cordoglio» per quanto accaduto. «Non certo un fatto isolato nel nostro Salento - evidenziano i sindacati - tutt'altro. L'ennesimo anello di una catena maledetta che non si riesce a spezzare. La triste classifica che pone la nostra provincia tra i primi posti per le morti bianche non si deve mai più commentare appellandosi al fato e alla cattiva sorte». Per Cgil, Cisl e Uil «serve un cambio repentino di cultura, della cultura della prevenzione e della sicurezza. Il sindacato ormai da mesi si è fatto portavoce di una vera e propria task force che abbia come focus la sicurezza». 

I sindaci jonici: dolore immenso

«Martina e Crispiano piangono un giovane lavoratore. Antony Turnone, nato nella nostra città e vissuto a Crispiano, ha perso la vita mentre svolgeva il suo lavoro in provincia di Lecce. È inaccettabile che nel terzo millennio in Italia si continui a morire sul lavoro. Ci auguriamo che questi episodi inducano le istituzioni competenti a porre in atto interventi sempre più incisivi per eliminare questo triste fenomeno che riguarda l'intera comunità nazionale». Lo sottolinea Franco Ancona, sindaco di Martina Franca, città nativa di Antony Turnone, l'operaio morto dopo essere stato investito da una scarica elettrica mentre lavorava per conto di una ditta nell'area di un impianto fotovoltaico di San Donato, in Salento.

Anche Luca Lopomo, sindaco di Crispiano, città in cui viveva l'operaio, parla di «momento di incolmabile dolore». «Ancora - puntualizza - una insopportabile morte sul lavoro e una giovane vita strappata. Mi associo all'appello del collega Franco Ancona. Non si può perdere la vita a 30 anni lavorando. Antony era un ragazzo pieno di vita che lascia un vuoto incolmabile in tutta la comunità. Esprimiamo il nostro profondo cordoglio e la vicinanza alla famiglia».

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