Archiviata l'inchiesta che vedeva indagati i genitori di Lucio Marzo, con l'accusa di concorso in occultamento del cadavere di Noemi Durini, la ragazza di 16 anni uccisa da Marzo nelle campagne di Castrignano del Capo a settembre del 2017. Il giudice per le indagini preliminari Alessandra Sermarini, ha accolto le richieste del pubblico ministero Donatina Buffelli, che ha condotto le indagini con i carabinieri del Nucleo investigativo. Respinta invece la richiesta di disporre nuove indagini presentata dalla madre della ragazza, Imma Rizzo, a carico di Biagio Marzo e Rocchetta Rizzelli, padre e madre di Lucio.
No alle richieste della madre di Noemi
Il giudice ha ritenito che le richieste di ulteriori approfondimenti chiesti dalla madre di Noemi, Imma Rizzo, non avessero alcun motivo per essere svolti: si chiedeva di appurare il passaggio di una Fiat 500 dalle 7.25 alle 8.32 sulla strada che da Alessano conduce a Castrignano del Capo; era stato chiesto di analizzare anche una macchia di sangue ritrovata sulla vettura dei genitori, ma il giudice ha ritenuto che anche questa richiesta, se sviluppata, non avrebbe comunque prodotto notizie e indizi utili, considerato che l'auto è di proprietà degli stessi genitori di Lucio.
Sono stati poi valorizzati i colloqui fra il padre e Lucio in carcere, durante i quali non si fa cenno a questa possibilità che i genitori lo avessero aiutato a seppellire la ragazza. Marzo, che all'epoca dei fatti aveva 17 anni, è stato condannato in via definitiva, con conferma della sentenza del Tribunale per i minori di Lecce, a 18 anni e 8 mesi di reclusione.