Sfonda a calci una porta a vetri e muore dissanguato, svolta nelle indagini per la morte di Giorgio Simone: indagata per omicidio la findanzata

Sfonda a calci una porta a vetri e muore dissanguato, svolta nelle indagini per la morte di Giorgio Simone: indagata per omicidio la findanzata
di Pierangelo TEMPESTA
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Lunedì 22 Maggio 2023, 21:31 - Ultimo aggiornamento: 23 Maggio, 13:14

C'è una svolta nelle indagini sulla morte di Giorgio Simone, il 28enne di Montesano Salentino morto il 16 aprile del 2020 in provincia di Piacenza, a Rivergaro, per un'emorragia causata dal ferimento contro una porta a vetri. La Procura di Piacenza ha iscritto nel registro degli indagati la fidanzata del giovane, una trentenne piacentina, con l'accusa di omicidio preterintenzionale. Indagati, per omicidio colposo e per lesioni personali colpose, anche gli operatori sanitari che presero in cura il giovane.

Incidente domestico?

Inizialmente, la vicenda era apparsa come un incidente domestico.

Secondo una prima ricostruzione dell'accaduto, infatti, il 28enne, che lavorava nel Piacentino come operatore sociosanitario, in seguito ad una lite con la compagna convivente aveva tirato un calcio ad una porta, dopo che la ragazza si era rinchiusa nella stanza, finendo così per sfondare il vetro, tagliandosi in profondità l'arteria poplitea del polpaccio e provocandosi un'emorragia fatale.

La denuncia-querela della famiglia

I familiari del giovane, però, non si sono mai arresi a questa versione dei fatti. Hanno così depositato una denuncia-querela tramite l'avvocato Fabrizio Ferilli e incaricato la criminologa Isabel Martina di presentare una consulenza di ricostruzione dell'accaduto. Alla fine, il pubblico ministero della Procura di Piacenza, Ornella Chicca, ha iscritto nel registro degli indagati sei persone. Secondo l'accusa, nel corso della lite la fidanzata avrebbe colpito il 28enne al petto e, a causa della forte spinta, lo avrebbe fatto scivolare all'indietro. Simone indossava solo i calzini e la superficie era altamente scivolosa: avrebbe quindi impattato contro il vetro della porta interna, sfondandolo e procurandosi, nelle successive fasi della caduta, le lesioni che lo hanno portato alla morte.

Nel registro degli indagati sono stati iscritti anche i nomi di due infermieri, di due autisti soccorritori e di una volontaria di pubblica assistenza. Per la Procura, non si sarebbero attenuti alle prescrizioni contenute nel protocollo nazionale Ares 118, che in caso di pazienti con gravi emorragie prevede di esercitare la compressione sulla zona di emorragia così da impedire o rallentare la fuoriuscita di sangue. Inoltre, avrebbero trasportato il paziente al pronto soccorso in ritardo: la presa in carico del 28enne presso l'ospedale di Piacenza sarebbe avvenuta circa un'ora e mezza dopo l'invio dei soccorsi. Condotte che, secondo gli investigatori, avrebbero vanificato la possibilità di mettere in atto idonee procedure salvavita, con il conseguente decesso del paziente.

Proprio in considerazione della relazione medico-legale della criminologa incaricata dalla famiglia, che propone una diversa ricostruzione della dinamica dei fatti, il pubblico ministero ha chiesto al giudice per le indagini preliminari di procedere con un incidente probatorio, che consisterà in una perizia medico-legale finalizzata a ricostruire la corretta dinamica dei fatti che hanno portato alla morte del 28enne e che servirà anche per valutare la correttezza e la tempestività dei soccorsi prestati al giovane.

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