Disposta la riesumazione del corpo dell’uomo morto a 53 anni il 28 gennaio scorso a Matino, un paio di ore dopo essersi sottoposto all’intervento di rimozione di una cisti da un braccio. Lo ha stabilito il pubblico ministero della Procura di Lecce, Paola Guglielmi, nell’inchiesta che sta accertando se il decesso sia la conseguenza o meno di del ruolo avuto sia dal medico che ha eseguito l’intervento sia del cardiologo che seguiva quest’uomo affetto da cardiopatia.
La denuncia
Omicidio colposo l’ipotesi di reato ravvisata nel fascicolo in cui sono stati iscritti i due medici ed aperto dopo la denuncia-querela presentata dalla moglie e dai tre figli della vittima con l’avvocato Michele Aprile. L’autopsia affidata al medico legale Alberto Tortorella, è il primo accertamento disposto dalla Procura per cominciare ad accertare la fondatezza della ricostruzione dei fatti fornita dai familiari con quest'uomo viveva nel paese del Sud Salento a due passi da Casarano.
L'intervento
Le indagini dovranno chiarire se è vero che il cardiologo abbia prescritto via Whatsapp la sospensione del farmaco che l’uomo stava regolarmente assumendo per curare la sua cardiopatia, se fosse stato necessario installare anche un defibrillatore con il loop recorder nell’intervento al cuore a cui si sottopose in ospedale e cosa scatenò il repentino decadimento del quadro clinico appena dopo l’asportazione della ciste al braccio.