Salento, impianto di compostaggio a Masseria Ghetta. Il presidente nazionale Fai: «Compatibile con l’Abbazia di Cerrate»

Salento, impianto di compostaggio a Masseria Ghetta. Il presidente nazionale Fai: «Compatibile con l’Abbazia di Cerrate»
di Leda CESARI
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Venerdì 11 Marzo 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:40

La bellezza del passato e la bruttezza (necessaria) della modernità: una convivenza possibile? Possibile e indispensabile per Marco Magnifico, presidente nazionale del Fai, due giorni fa a Lecce per incontrare la Provincia. Ente proprietario dell’Abbazia di Cerrate - gestita da dieci anni e con successo dal Fondo Ambiente Italiano - a poca distanza dalla quale - a Masseria Ghetta - il Comune di Lecce intende realizzare un impianto di compostaggio, e per questo ha chiesto un finanziamento. Scatenando le ire dei Comuni limitrofi, Trepuzzi e Surbo in testa. 


Non la spaventa l’idea di un impianto del genere vicino a Cerrate?
«No, mi pare anzi una magnifica intenzione.

Non si possono mandare i propri rifiuti in giro per l’Italia, quindi va benissimo così».

Non farà quindi nulla, il Fai, per impedire questa coesistenza?
«Assolutamente no. I rifiuti, ripeto, li produciamo tutti, ed è giusto che i resti delle vostre orecchiette con le cime di rapa, delle vostre spremute vengano trattati qui. È pazzia totale, al contrario, mettere quei rifiuti sui camion e mandarli a centinaia di chilometri. Ognuno deve avere il proprio centro di smaltimento, di questi tempi, anche perché ormai parliamo di impianti supertecnologici che non producono la minima emissione. E mi pare tra l’altro che quello di cui parliamo andrebbe in una ex cava - anche se non conosco il progetto in ogni dettaglio - quindi è ancora meglio: non si sciupa territorio nuovo».

Un male inevitabile del progresso, insomma.
«Non è un male: al contrario, è un bene perché un impianto di questo genere trasforma i rifiuti in calore e in concimi. Non si può sempre dire “Non vicino a me”, e quindi il sindaco di Lecce è stato molto bravo a dire “Sì, vicino a me”. Pensi solo a quanti camion, a quanti treni in meno in giro: pensi allo spreco pazzesco che verrebbe evitato. Ripeto, è fondamentale che un bravo amministratore cerchi di risolvere in questo modo il problema dello smaltimento dei rifiuti della sua gente: altro che mandarli in Africa».


Esistono altri casi in Italia in cui la bellezza è costretta a questa convivenza scomoda?
«Be’, il termovalorizzatore di Brescia, per esempio, che dà calore a mezza città ed ha una ciminiera grigio-azzurra che si confonde con il cielo… Oggi la tecnologia ha fatto passi da gigante, questi impianti non producono più cattivi odori e non fanno più paura. E poi, mi scusi, c’è poco da fare: la vita dell’uomo sulla Terra richiede interventi per consentire la vita dell’uomo sulla Terra. Non c’è niente di peggio di chi dice di no per partito preso, soprattutto quando parliamo di impianti di pubblica utilità».


Ma la capacità di attrazione turistica di certi luoghi non viene inficiata dalla presenza di questi impianti?
«A me non risulta, e guardi che il Fai combatte battaglie assai sanguinose quando c’è anche solo l’ipotesi di un danno al paesaggio. Poi, ovviamente, in tutto deve esserci una misura: il mondo è pieno di pale eoliche, e la Puglia su questo ha già dato tanto, soprattutto nel Foggiano. E però come si fa senza, ormai? Sono indispensabili le pale eoliche, oggigiorno, quindi vanno messe a mare. Necessarie, come gli impianti per lo smaltimento dei rifiuti; come i gasdotti. La Puglia oggi ospita quello Tap, e meno male che c’è, il gasdotto, se no in tempi come questi ci sarebbe da ridere… Insomma, bisogna usare la testa e il buonsenso. Non si possono fare battaglie ideologiche, agitare contrapposizioni politiche senza pensare all’utilità sociale degli interventi. Misura, regole e poi via libera agli impianti».

Lei è stato a colloquio con la Provincia di Lecce l’altro ieri, e il presidente Stefano Minerva ha annunciato nuovi investimenti su Cerrate.
«Quest’anno ricorrono i dieci anni dall’affidamento di Cerrate al Fai, e devo dire che siamo molto contenti del rapporto instaurato con la Provincia di Lecce. Finora abbiamo utilizzato per l’Abbazia quattro milioni di euro - due ricevuti grazie a fondi europei, due raccolti da noi anche grazie a sponsor americani - ma restano ancora lavori da fare, quindi abbiamo chiesto alla Regione 500mila euro per restaurare la parte est, l’ex stalla cinquecentesca di Cerrate, che è ancora un magazzino, e di poter allestire meglio il museo. E’ giusto un’indicazione, per adesso, ma abbiamo colto nei vostri amministratori grande entusiasmo per la collaborazione che ci lega alla Puglia. Sono molto contento di poter lavorare qui, lo stile dei pugliesi funziona sempre».

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