Luminarie, ambulanti, logistica: la rabbia delle imprese dopo lo stop alle feste patronali di prefetto e vescovi. «Fateci tornare a lavorare»

Luminarie, ambulanti, logistica: la rabbia delle imprese dopo lo stop alle feste patronali di prefetto e vescovi. «Fateci tornare a lavorare»
di Francesco DE PASCALIS
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 28 Aprile 2021, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 16:18

«Fateci tornare a lavorare, siamo stati lasciati soli»: il messaggio è a metà tra la disperazione e una richiesta di aiuto. Lo stop imposto alle feste patronali e confermato - senza troppi dubbi - nel vertice a Lecce tra prefettura e vescovi delle diocesi salentine - scatena le reazioni tra chi, con gli eventi religiosi, ci lavora da sempre. Niente spiragli per tutto maggio, dopo chissà. Più no che sì. E nessuna certezza.

Le motivazioni del "no"


A spiegare il divieto (autorizzate solo le funzioni religiose) è stato l'arcivescovo di Lecce, monsignor Michele Seccia, che, dopo il tavolo con il prefetto Maria Rosa Trio, ha inviato una lettera ai suoi sacerdoti. «Come vescovi abbiamo fatto presente che i sacrifici chiesti sono enormi - ha detto Seccia - certe misure potrebbero sembrare esagerate, ma ci rendiamo conto che i contagi sono ancora alti e impongono massima cautela».
Non è bastato. Impossibile che lo fosse. La levata di scudi è a 360 gradi: da Graziano Cennamo dell'associazione PugliArmonica (che riunisce bande e comitati) a Vito Maraschio dell'associazione Luminaristi Pugliesi, da Giuseppe Truppa delegato Puglia dell'Associazione Pirotecnica Italiana ad Alessandro Margarito (Ana Ugl Puglia) per i commercianti ambulanti.

La rabbia delle imprese

«Che gioco è questo? - attacca Cennamo - l'intero comparto che ruota intorno alle feste è allo stremo. Paradossale garantire la festività religiosa esclusivamente nel luogo di culto, mentre nulla si potrà fare all'esterno». Da qui l'attacco di Cennamo: «Sappiamo che oggi non sono riproponibili le feste come le abbiamo conosciute, tuttavia è inaccettabile che si persista in una triste replica di quanto accaduto lo scorso anno, senza ragionare in prospettiva di una graduale e mirato ritorno alla normalità come sta avvenendo per tutti i settori: dai cinema ai teatri, dalle spiagge alle discoteche passando per fiere e congressi. Non vogliamo essere gli unici a dover rimanere ancora una volta completamente fermi con ambulanti costretti a morire di fame al pari di giostrai, fuochisti, bandisti, operatori e organizzatori. Le responsabilità saranno di coloro che già oggi stanno prendendo decisioni drastiche e definitive. Ripartire in sicurezza è l'unica strada per garantire la sopravvivenza di un settore che rischia di scomparire portandosi via tradizioni secolari, motivo di orgoglio e promozione turistica».
Sulla stessa lunghezza d'onda Maraschio. «Non possiamo non prendere atto - dichiara il presidente dei titolari di luminarie - che vi sono alcuni operatori economici che non hanno visto, per una serie di coincidenze sfavorevoli, alcun tipo di intervento. Né economico di sostegno, né di programmazione. Tra l'inesistenza di un codice Ateco specifico e il completo annullamento delle feste, le ditte di luminarie rischiano di scomparire. Se dovessimo assistere, come avvenuto la scorsa estate, ad una ripresa delle più disperate iniziative, rimarrà forte in noi il dubbio sul perché il nostro settore debba essere condannato al fallimento».
Margarito, per conto degli ambulanti di Ana Ugl, non usa mezzi termini. «Lo stop imposto è il colpo di grazia, soprattutto dopo ben 15 mesi di fermo totale - attacca - e questa decisione drastica condanna migliaia di famiglie di fieristi al fallimento. Auspichiamo una presa di posizione da parte delle istituzioni. Bisogna cercare modi alternativi a sostegno della categoria, magari consentendo mercati straordinari serali. Incontreremo i prefetti e la Regione».
Ma non finisce qui. Grido d'allarme anche da Truppa che parla a nome del comparto fuochi pirotecnici. «Siamo senza parole - sentenzia alla luce degli incontri tra Prefettura e autorità religiose.

Accettiamo le restrizioni e le rigide regolamentazioni, ma siamo contrari a vietare del tutto gli eventi. Non riusciamo a capire. Si parla di ripartenza di tutte le attività e di rilancio del turismo e contemporaneamente si vieta qualsiasi manifestazione inerente le feste patronali. Eppure, ci sarà un modo per poter godere di uno spettacolo pirotecnico senza abbracciarsi pericolosamente. Speriamo che il calo dei contagi ammorbidisca le posizioni. Questo stop totale mette il settore in gravissime difficoltà economiche da oltre un anno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA