Made in Salento da primato: vola l'export, +40% nei primi sei mesi del 2021

Made in Salento da primato: vola l'export, +40% nei primi sei mesi del 2021
di Pierpaolo SPADA
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Domenica 19 Settembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 14:36

Primo semestre da record per l’export del Salento dopo il crollo del 2020 imposto dalla pandemia: +40 per cento nei primi sei mesi del 2021 rispetto al semestre dell’anno precedente. Nettamente la migliore performance tra quelle delle province pugliesi. Si riparte anche nel Mediterraneo e negli scambi con l’America

Salento prima tra le province pugliesi: la ripresa dopo lo stop

Lo rileva la tendenza tracciata dall’Osservatorio economico Aforisma sulla base dei dati Istat. E il dato territoriale si sovrappone perfettamente a quello medio regionale e nazionale. Segno che la ripresa c’è ed è omogenea, sebbene la bilancia commerciale - positiva per provincia di Lecce e Italia - in Puglia risulti negativa per oltre 579 milioni di euro con conseguente uscita netta di capitale monetario: è l’effetto della differenza tra il valore delle esportazioni (4,07 miliardi di euro) e quello delle importazioni (4,65 miliardi), leggermente aumentato. Oggi la quota export pugliese pesa per l’1,6% sul totale nazionale. E, con riferimento al primo semestre 2021, il contributo maggiore (il 50%) l’hanno offerto le imprese della provincia di Bari con un fatturato estero di oltre 2 miliardi di euro. Segue Taranto (531,1 milioni di euro), Brindisi (488,3) e Lecce che ha esportato merce per 338,7 milioni di euro. Dopo Foggia e prima della Bat. Che, quanto a import, consegna la “coda” della graduatoria alle imprese salentine, capaci nel primo semestre di acquistare all’estero merci per oltre 235 milioni di euro. 
La bilancia commerciale riporta il segno “+” solo per Lecce, Foggia e Brindisi. Nelle restanti provincie pugliesi, le importazioni superano, infatti, le esportazioni. Rispetto alla prima metà del 2020, quest’anno le esportazioni e le importazioni salentine sono aumentate, rispettivamente, del 40,8% (98,2 milioni di euro) e del 46,4% (74,7 milioni di euro). Dunque, con intensità assai più sostenuta rispetto alla media regionale che, per esportazioni e importazioni, si è attestata all’8,5% e al 21%. 
La tendenza rilevata nel periodo gennaio-giugno 2021, nel Salento, lascia così prevedere la possibilità che, a fine anno, sia raggiunto, pressappoco, lo stesso risultato del 2019, quando il valore delle esportazioni sfiorò quota 705 milioni di euro: si trattò dell’importo più elevato dopo la crisi del 2008. Lo stesso al quale il Covid e le politiche di contenimento a esso connesso hanno, poi, inferto una falciata del 23,2% (163,1 milioni di euro), riportandolo sotto la soglia dei 550 milioni di euro, già superata di gran lunga nel 2018.

E altrettanto incisivo si è rivelato il colpo per le importazioni, che nel giro di un anno (tra il 2019 e il 2020) hanno perso il 19,8%, ovvero 87,4 milioni di euro. 

Boom per calzature, meccanica e vini

Cosa esportano le nostre aziende? Il report - elaborato dal data analyst Davide Stasi per il centro Aforisma - fa un lungo elenco: componenti parti e accessori per autoveicoli e loro motori; medicinali e preparati farmaceutici; macchine di impiego generale; prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, mobili; prodotti di colture agricole non permanenti. Come pure, ed è l’orizzonte più “classico” del made in Salento, di calzature e di vini. Mentre minerali metalliferi ferrosi, macchine di impiego generale, prodotti farmaceutici di base, oli e grassi vegetali e animali, motori, generatori e trasformatori elettrici, apparecchiature per la distribuzione e il controllo dell’elettricità e prodotti di colture agricole non permanenti sarebbero i più importati. 
La mappa dell’export premia le destinazioni tradizionali: Germania, Francia, Stati Uniti, Spagna, Svizzera, Turchia, Paesi Bassi, Regno Unito, Belgio ed Albania. Quella dell’import si avvale di un maggior apporto di Asia (Cina), Russia, Usa, Canada e un pizzico di Brasile, oltre a quello, tra gli altri, dei classici partner territoriali, ovvero Germania, Svizzera, Spagna, Francia e Paesi Bassi. 

Il record negli scambi con i Paesi del Mediterraneo

La migliore performance d’esportazione nei primi sei mesi dell’anno è, però, da attribuire all’area del Mediterraneo, in cui Aforisma fa confluire Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Mauritania, Turchia, Libano, Siria, Israele, Territorio palestinese occupato, Giordania, Albania, Croazia, Bosnia-Erzegovina e Montenegro. In quest’area il valore delle merci importate ed esportate risulta, infatti, incrementato, rispettivamente, del 76% e del 78,3% per cento. 
Tuttavia, non risulta sufficiente a controbilanciare la flessione della bilancia commerciale che si attesta intorno ai 8,4 milioni di euro. Percentuali di import/export complessivamente superiori a quelle che consolidano l’andamento degli scambi tra Salento ed Europa post Brexit e Paesi extra Ue, nei quali, tra l’altro, a fronte dell’incremento dell’48% dell’export totalizzato dalle imprese salentine la performance pugliese risulta addirittura negativa per 3 punti e mezzo.

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