Salento, la denuncia: «Senza ambulanze, lasciato morire a 90 anni»

Il pronto soccorso del Vito Fazzi di Lecce
Il pronto soccorso del Vito Fazzi di Lecce
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Mercoledì 27 Luglio 2022, 21:27 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:30

Un'inchiesta della Procura di Lecce dovrà chiarire se è vero che siano cadute più volte nel vuoto le sollecitazioni per dare assistenza medica ad un uomo di 90 anni che da un momento all'altro vide precipitare lo stato della sua salute. E se è vero che in un caso non gli fu prestata assistenza per mancata disponibilità di un'ambulanza del 118. Circostanza, quest'ultima, di cui si sono occupate le cronache nei giorni scorsi quando davanti al Pronto soccorso dell'ospedale Vito Fazzi si sono formate code dei mezzi di soccorso per l'intasamento di pazienti creatosi nel reparto.

I fatti

Il decesso dell'uomo risale al 9 giugno scorso e rappresenta l'epilogo - racconta una parente nella querela depositata in Procura che ha dato il via all'inchiesta e in cui chiede che si indaghi per le ipotesi di reato di omissione di soccorso e omissione di atti d'ufficio  - di un calvario tracciato da telefonate, dinieghi di assistenza e rifiuti di ricovero. Quel giorno, peraltro - anche questa una delle circostanze che dovranno accertare gli inquirenti - l'anziano morì dieci minuti dopo l'arrivo in ospedale poichè i paramentri vitali erano ormai compromessi.

Il peggioramento 

Il peggioramento dello stato di salute si sarebbe registrato due settimane prima del decesso quando quest'uomo cominciò a rifiutarsi di alzarsi dal letto e di nutrirsi. Dopo avere seguito i consigli del medico di famiglia di idratarlo con soluzione fisiologica e di dargli integratori - segnala ancora la parente nella denuncia - ed il mancato apporto dell'assistenza delle strutture pubbliche, l'8 giugno l'anziano avrebbe accusato un ulteriore peggioramento da consigliare l'immediato ricovero in ospedale. Il personale inviato dalla centrale operativa del 118 avrebbe sconsigliato il ricovero, trattandosi di un paziente geriatrico. Il giorno dopo nuova richiesta di intervento, erano circa le 17 si precisa nella querela. Ed a questa chiamata i parenti si sarebbero sentiti rispondere che non c'erano anmbulanze a disposizione a Lecce e quindi gli interventi avrebbero subito notevoli ritardi.

Ancora un peggioramento ed ancora una richiesta di assistenza: quella volta il personale sanitario prescrisse una terapia ma sconsigliò nuovamente il ricovero sostenendo che l'anziano sarebbe rimasto abbandonato in corsia nel Pronto soccorso. Alle 21.30 ultima chiamata e ricovero accettato. Ma per restare in vita solo dieci minuti.

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