Salento, Deghi prende il posto dell'ex Mercatone: assunzioni e l'obiettivo di quotarsi in Borsa

Salento, Deghi prende il posto dell'ex Mercatone: assunzioni e l'obiettivo di quotarsi in Borsa
di Pierpaolo SPADA
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Mercoledì 28 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15:55

Decisa a sbarcare in Borsa entro cinque anni, la regina salentina dell’e-commerce, Deghi spa, mette intanto piede anche nell’ex Mercatone Uno di San Cesario. Ma per farci il suo primo punto di vendita diretta appena aperto accanto all’ex outlet Ovs, in cui ha allestito gli uffici e una scuola di formazione da svelare a settembre. Un cantiere in movimento, che in primavera dovrebbe dare alla luce anche a un grande showroom su due piani, in costruzione nell’ex centro di distribuzione Aligros, dal 2016 sede del centro logistico di base, anch’esso in fase di ampliamento. Così Deghi si reinventa a meno di 20 chilometri da Novoli, dove tredici anni fa l’azienda nacque e, ormai da tre giorni, nulla più la ricorda. Dal virtuale al reale, e viceversa. Da un lato si smaterializza e dall’altro s’irrobustisce, senza intaccare il suo core business.

Le parole del fondatore

«È il mercato che ci impone di evolvere e diversificare», spiega il fondatore e amministratore, Alberto Paglialunga, accomodandosi su uno dei divanetti in vendita nel nuovo spazio commerciale, in cui, diffuso, risalta soprattutto l’arancio del logo aziendale. In camicia a strisce e mocassino e con sguardo accigliato, il giovane imprenditore è anche stavolta accompagnato da Giovanna Voltolina, operation manager. «La donna del fondo», suggeriscono gli operai. Già da qualche mese, in vista della quotazione a Piazza Affari, un pool di investitori finanziari promosso da Nova Equity Partners e Amaranto Sim ha, infatti, rilevato il 20% di Deghi e monitora, supportandolo, ogni step.

Anche quello formativo, che la società vuol affermare come asset strategico, non godendo in loco - come lamenta - di un serbatoio di manodopera già formata dal quale attingere. La domanda, d’altro canto, è crescente e va soddisfatta in tempi sempre più rapidi. Col Covid è stato raggiunto anche il picco di vendite per un 2020 da urlo.

I numeri

Fatturato a 60 milioni di euro; 230mila i clienti serviti. Dipendenti a quota 134: 60 in amministrazione, 70 in logistica e 6 nel nuovo punto vendita, che diventeranno 12 a regime. E altre 20 assunzioni sono previste entro il 2022 anche per lo showroom. Lo start al punto vendita è stato dato sabato scorso, e in punta di piedi. Deghi ha ritenuto che il momento non fosse il migliore per organizzare un’inaugurazione con migliaia di persone. Ma in tanti già lo visitano: «Puntiamo ad ampliare l’offerta, diversificando le modalità di vendita. Il web è quella principale, ma non l’unica. Con la vendita diretta, qui tagliamo i tempi: da 48 ore a 48 minuti. Sempre più rapidi, vogliamo diventare leader anche nell’arredo-giardino, visto che nell’arredo-bagno lo siamo già». Obiettivo finanziario? «Fatturare 1 milione di euro a regime», replica Valtolina. Si era cominciato a trattare già subito dopo il primo lockdown. Paglialunga ha strappato alla famiglia Montinari - proprietaria dello spazio targato Aligros - un contratto d’affitto che dovrebbe consentire a Deghi ampia operatività. «È un’operazione - afferma l’imprenditore - che riflette il mio senso di appartenenza a questa terra: da oggi il Salento può toccare con mano ciò che giornalmente, come il resto d’Italia, sceglie online e poi riceve con i corrieri. Parallelamente, ricuciamo una “ferita”, aperta anche in altre parti d’Italia».

I lavoratori ex Mercatone

Peccato, però, che al momento, alcuno dei 43 ex dipendenti di Mercatone Uno rientri nei programmi di assunzione della società. Esaurita la cassa integrazione disponibile fino a novembre, andranno tutti incontro alla Naspi. Questione di licenza, apprendiamo. Deghi ne utilizza una che non è la stessa alla quale quei lavoratori sono vincolati. I sindacati ci proveranno comunque. E chissà che che non ci riescano. I margini prodotti annualmente dall’azienda lasciano, d’altro canto, prevedere nuovi colpi di scena. Cresce anche l’appeal del marchio: «Da San Cesario inviamo in Italia sempre più merce a marchio Deghi». I prodotti sono quasi tutti importati dall’Asia. È qui che gli arredi sono prodotti «ma - sostiene l’azienda - sulla base dei modelli e dei target tracciati dall’ufficio “stile” operativo a San Cesario», a due passi dal centro logistico di base, dove la merce è immagazzinata, imballata e spedita. Sono 5 i centri logistici. Al piano interrato dell’ex Mercatone Uno è stato aperto l’ultimo in ordine cronologico. Quello allestito nell’ex centro di distribuzione Aligros è, invece, il principale (posto dall’altra parte della careggiata, di fronte al degradato ex Billa) e misura quasi 40mila metri quadri. «Da qui effettuiamo mille spedizioni al giorno», spiega il responsabile dell’area. Pacchi su pacchi, sistemati nelle apposite scaffalature che disarticolano corridoi, lungo i quali, sui muletti, si muovono gli operai. Il rumore è intenso, come il caldo, soprattutto in corrispondenza di una delle estremità esterne del capannone, dove sorge lo scheletro cementizio dello showroom in costruzione e il sole si schianta: «Al suo posto c’era un ecomostro, noi lo abbiamo abbattuto e adesso - assicura Paglialunga mentre, con un cenno, saluta - restituiremo dignità anche a questo luogo».

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