Salento, cade dall'altezza di 5 metri e muore: altro incidente fatale sul lavoro

Salento, cade dall'altezza di 5 metri e muore: altro incidente fatale sul lavoro
di Katia PERRONE
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Martedì 21 Giugno 2022, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 21:58

Un'altra tragedia per un incidente sul lavoro. A Lecce, in via Parini all'interno del civico 3, è morto un signore di 72 anni, Donato Marti: l'uomo originario di Avetrana (in provincia di Taranto) è caduto da un terrazzo dall'altezza di circa 5 metri. La vittima è deceduta nel Pronto Soccorso, mezz'ora dopo l'impatto, nonostante i tentativi dei medici di salvargli la vita: traumi cranico e toracico e sospetta lesione degli organi interni sono stati fatali.

 

Pianti, urla e disperazione del figlio che si è sentito male ed è stato soccorso dall'automedica.

Sul posto sono intervenuti Spesal e Polizia

I sindacati: scia di sangue inaccettabile

«Piangere la morte di un pensionato sul luogo di lavoro deve far riflettere sulla condizione degli anziani che raggiungono l'età per ottenere l'assegno previdenziale.» Lo afferma Valentina Fragassi segretaria generale Cgil Lecce. «Si pone - sottolinea - una questione di vera e propria sopravvivenza per chi arriva alla pensione dopo 40 anni di duro lavoro e di colpo si ritrova a fare i conti con lo stato di bisogno». «Questa è una condizione che purtroppo riguarda molti cittadini della provincia di Lecce, dove gli assegni pensionistici sono tra i più bassi d'Italia.

Molti pensionati - aggiunge - sono quasi costretti a ricorrere a lavori extra, spesso di fortuna. Serve con urgenza un provvedimento che aumenti il potere di acquisto delle pensioni, allargando per esempio la platea dei percettori della cosiddetta 14esima». Si tratta della terza vittima che si registra in provincia di Lecce nel giro di 50 giorni . L'ultimo report mensile dell'Inail fornito da Cgil Lecce, è fermo al mese di aprile. Al momento ufficialmente sono 1.745 gli infortuni sul luogo di lavoro registrati in provincia di Lecce dall'inizio dell'anno (quasi 500 in più rispetto ai 1261 registrati nel 2021). Fa riflettere - secondo la Cgil - il dato regionale sull'età delle vittime: oltre il 20 per cento del totale degli infortuni vede coinvolti lavoratori che hanno più di 55 anni. 

«Dinanzi all'ennesima tragedia sul lavoro, non riteniamo più possibile assistere in maniera inerme, quasi rassegnata, a ciò che sta accadendo con frequenza quasi settimanale». Lo sottolinea, in una nota, Ada Chirizzi, segretaria generale della Cisl Lecce. Per la rappresentante sindacale, «è inaccettabile la scia di sangue che sta investendo la provincia di Lecce con l'ennesimo incidente mortale in un cantiere edile. La sicurezza e la tutela della salute nei luoghi di lavoro devono essere, lo ribadiamo con forza, la priorità nell'azione da parte del Governo in tema di lavoro. È necessario intensificare i controlli e inasprire le sanzioni ma bisogna soprattutto rafforzare la formazione e investire nella cultura della prevenzione. La qualificazione delle imprese con la patente a punti e una norma premiale per quelle in regola possono aiutare a fermare questa strage senza fine».

In un altro comunicato, Salvatore Giannetto, segretario generale della Uil Lecce e Paola Esposito, segretaria generale della Feneal-Uil Lecce, hanno evidenziato che «le morti sul lavoro sono tutte inaccettabili, quella di un operaio edile di 72 anni che precipita da un'altezza di 4-5 metri fa ancora più rabbia. Al di là della ricostruzione della dinamica del drammatico incidente sul lavoro accaduto questa mattina a Lecce, come Uil del territorio non possiamo non gridare tutta la nostra indignazione per un'altra vita spezzata, per l'assurdità di finire uccisi nello svolgimento del proprio lavoro, un lavoro pesante a un'età decisamente inadatta». «È noto - hanno aggiunto i dirigenti della Uil leccese - che nell'edilizia l'aspettativa di vita dei lavoratori sia tra le più basse mentre le statistiche su infortuni e malattie gravi ed invalidanti siano invece tra le più alte, per questo un intervento mirato non è più rinviabile: bisogna riconoscere la pensione anticipata ai lavoratori delle costruzioni e delle lavorazioni più pesanti, perché i lavori non sono tutti uguali. Dobbiamo alzare il livello della mobilitazione di massa per richiamare l'attenzione dell'intero Paese sulla drammatica condizione di chi esce da casa per guadagnarsi il pane quotidiano e va incontro ad un tragico destino».

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