Salento, bolletta da oltre un milione di euro: la fabbrica di gelati sospende la produzione

L'azienda rassicura i dipendenti: "Licenziare? Non ci penso proprio"

Salento, bolletta da oltre un milione di euro: la fabbrica di gelati sospende la produzione
di Pierpaolo SPADA
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Mercoledì 21 Settembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 22 Settembre, 15:26

«Licenziare? Non ci penso proprio. Quest’anno la domanda è aumentata. Quindi, per produrre di più ho dovuto assumere altri 10 addetti. Ora ne ho 52. E non li toccherei per niente al mondo. Piuttosto, agisco sul prodotto. Ho sospeso la produzione di vaschette e alzato il prezzo sull’intera gamma». Chi parla è Spiridione Strafino, amministratore di Royal, la fabbrica di gelati con sede a Monteroni di Lecce, nata in forma di laboratorio alla fine degli anni ’60 a Veglie quando la Società Italiana Cioccolato e Affini (S.I.C.A) si ritirò dalla produzione del gelato industriale e cedette al padre (Pasquale) i macchinari. La crisi energetica sta costringendo anche questa consolidata realtà a rivedere i conti. «I costi si sono quadruplicati. A gennaio 2020 pagavamo un kWh 0,16 centesimi. Ad agosto 2022 0,60, mentre a luglio 0,50: in un mese il costo è aumentato del 20 per cento. Il nostro periodo di produzione va da febbraio a metà settembre: consumiamo 2 milioni di kWh. Pertanto, se nel 2020 pagavamo in media 320mila euro, prendendo a riferimento il prezzo dell’energia di luglio 2022, la nostra bolletta è arrivata a 1 milione e 80mila euro», spiega l’imprenditore. 

La strategia per sopravvivere

Un quadro impietoso davanti al quale l’unica cosa che l’amministratore di un’azienda può fare, se non vuol chiudere, è ottimizzare i costi. Già, ma in che modo visto che la riduzione del personale non è concepibile anche in ragione dell’aumento della domanda? «Per il momento - dice Strafino - stiamo ottimizzando la produzione, lasciando inalterata quella di gelati mono-porzione e mettendo da parte quella dei prodotti più energivori». Deriva da questo la scelta di sospendere la produzione delle vaschette di gelato: «Per produrle ci vuole più energia perché bisogna trattare più materia e dunque ci vogliono più ore di lavoro. Nel nostro settore, la vaschetta è considerato il prodotto “civetta”», è venduto, cioè, a un prezzo molto ridotto per attrarre quanti più clienti. «Ma non ha più convenienza, perché produrla non implica più alcun margine operativo». 
I clienti di Royal sono prevalentemente i supermercati. L’azienda produce l’80% dei suoi articoli a marchio della distribuzione: da Italy Discount a Maxi Dì, passando per Dico ed MD. E l’effetto dell’inflazione si riversa sull’intera catena di approvvigionamento.

Con il costo dell’energia è aumentato, infatti, anche quello delle materie prime, al quale non ha certo fornito positivo apporto il fenomeno della speculazione: «Il latte e lo zucchero hanno subito l’ennesimo aumento a giugno. Venerdì - rivela Strafino - ho ricevuto una mail dei produttori di biscotti (dunque, farina, olio, ecc.) che dal primo ottobre mi aumenteranno i prezzi del 29 per cento». 

Le previsioni

Come si fa, sospendendo la produzione di un solo prodotto, a operare in questa situazione senza andare in perdita? «In effetti, stiamo pagando le tasse sotto forma di aumento dei prezzi. Sono curioso di capire alla fine dell’anno quante imprese chiuderanno in utile. Per forza di cose, anche noi stiamo aumentando i prezzi», ammette l’imprenditore. Ma il ritorno non è automatico: «Proprio ora sto preparando una mail per comunicare l’ennesimo adeguamento del listino: cosa insolita, perché nel nostro settore il listino si fa a febbraio e per un anno non si tocca. Quest’anno ne ho già fatti tre e non tutti hanno accettato l’aumento. Confidiamo nel buon senso». Ma non nelle scelte calate dall’alto o nell’aiuto dello Stato.

Le risposta fin qui pervenute dalle istituzioni governative sono ritenute insoddisfacenti: «Mi contengo per non eccedere verbalmente. Dico solo che sono cinquant’anni che chiediamo meno burocrazia e più efficienza. Ci si prende in giro. Ma ho superato i 50, difficilmente ci casco. Facciamo esclusivo affidamento sulle nostre forze e idee: stiamo realizzando un impianto fotovoltaico e a breve disporremo di un impianto di produzione di energia con grossi gruppi elettrogeni a gasolio: così - prevede Strafino - puntiamo alla restituzione delle accise e A risparmiare il 40% sul costo attuale dell’energia».

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