Servizi pubblici? Un miraggio. I cittadini bocciano il Salento d'amare: «Carenze gravi, peggiori dell'assenza di lavoro»

Servizi pubblici? Un miraggio. I cittadini bocciano il Salento d'amare: «Carenze gravi, peggiori dell'assenza di lavoro»
di Pierpaolo SPADA
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Venerdì 16 Aprile 2021, 09:24 - Ultimo aggiornamento: 13:56

Privo di servizi efficienti, lavoro stabile e regolare, trasporti adeguati e diffusi spazi sociali. In una parola: fragile, se non arretrato. E con poche punte di eccellenza. È il Salento per come lo descrivono i suoi abitanti nell'indagine socio-economica commissionata dalla Camera del Lavoro Cgil Lecce al dipartimento di Storia, Società e Studi sull'uomo dell'Università del Salento.
La ricerca, elaborata prima della pandemia e intitolata “Abitare il territorio fragile. Benessere, qualità della vita ed economia fondamentale del Salento”, è stata presentata ieri nell'ex convento dei Teatini dalla segretaria Cgil Lecce, Valentina Fragassi, e dal professor Angelo Salento, davanti ai sindaci di Lecce e Corigliano d'Otranto, rispettivamente, Carlo Salvemini e Dina Manti. C'era anche il segretario di Cgil Puglia, Pino Gesmundo.

Il dossier


Un rapporto di 65 pagine tra dati, istogrammi e riflessioni che rendono uno spaccato, in fondo, non sconosciuto a chi nel Salento vive tutti i giorni. Ne scaturisce un'immagine assai diversa da quella stereotipata che riflette il Salento turistico venduto nel mondo: bello, ventoso, soleggiato e ospitale. Non è un caso che tra le priorità dei salentini il turismo non figuri affatto, se non subordinato al benessere permanente collettivo. «Non un esperimento anti-promozionale»: questo il messaggio che, in ogni caso, è stato ribadito.
Con questa ricerca Unisalento ha inteso generare input utili per stimolare l'azione sindacale e quella amministrativa in direzione dello sviluppo di una sostenibilità che renda il territorio meno permeabile anche ai tentativi di infiltrazione mafiosa, che stanno corrodendo il tessuto sociale e imprenditoriale.
Il punto di partenza è obbligatoriamente dettato dalla carenza dei servizi: i salentini si dichiarano talmente insoddisfatti di quelli loro riservati (il 65% degli intervistati) che la scarsa entità del reddito di cui dispongono passa in secondo piano. Eppure gli stipendi erogati in questa provincia sono tra i più bassi d'Italia (fonte: Index Geography). Certo, come tutte le indagini, anche quella in causa, è basata su un campione che è composto da 750 intervistati (tra iscritti al sindacato e non), suddivisi in tre comuni di riferimento: Lecce (capoluogo di provincia con 95mila abitanti orientato al terziario), Casarano (capoluogo de facto di un sistema locale del lavoro, caratterizzato da declino industriale tra il 2002 e il 2012) e Corigliano d'Otranto (piccolo comune incluso nel sistema locale del lavoro di Maglie, a vocazione rurale e comunitaria).

Tre poli urbani scelti per la loro rappresentatività in un territorio considerato policentrico e con differenze interne.

Il metodo


Attraverso la somministrazione di questionari si è puntato a rilevare quale incidenza abbiano, rispetto alla percezione dei bisogni e delle aspettative di benessere, il luogo di residenza, la condizione economica, l'età e il genere. E a tal proposito l'indagine ha svelato quanto i più giovani siano i più insoddisfatti, sebbene il maggior grado di soddisfazione sia proporzionale a quello economico e istruttivo. Per dirla in breve, un cittadino benestante e laureato riesce quasi sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno.
Sulla carenza e la scarsa qualità dei servizi pubblici cadono i più pesanti accenti. Cibo, abitazione, commercio, istruzione e medicina di base riscuotono, infatti, diffuso gradimento. A corrente alterna la soddisfazione relativa ai luoghi pubblici legati al consumo, mentre è ovunque bassa quella legata a teatri, giardini, piazze, biblioteche, cinema e teatri.
I risultati peggiori è legato, invece, al gradimento dei trasporti pubblici locali, alla medicina specialistica del servizio pubblico (visite ed esami), a ospedali e pronto soccorso, alla cura dei bambini e degli anziani, nonché alla pulizia nelle città, allo smaltimento e alla raccolta dei rifiuti, alle strade per automezzi e alle strade provinciali.
E ci sono, come si diceva, le differenze geografiche. A Casarano l'insoddisfazione maggiore (solo il 33% degli intervistati si è detto del posto in cui vive), soprattutto per gli spazi di socialità (cinema, teatri, biblioteche e musei) che invece a Lecce (dove quasi il 60% è soddisfatto del posto in cui vive, come a Corigliano) sono graditi assai più dei trasporti e delle strade. Cinema e teatri giù anche a Corigliano, dove però la socialità si riscatta nelle biblioteche, nei luoghi di cultura, come nei giardini e nelle piazze oltre ai bar e ai pub molto graditi anche a Casarano.
Benessere o spopolamento, dunque. Ecco l'aut-aut servito dal report a sindacato e istituzioni, perché in tutti i casi e i contesti sondati, la «mancanza di opportunità e gratificazioni» continua a essere la ragione principale di fuga da questo territorio.

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