Salento, assolto dopo l'arresto per violenza sessuale. Era ai domiciliari da due anni

Il Tribunale di Lecce
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Martedì 5 Luglio 2022, 09:38 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 21:35

Un uomo di 29 anni originario di Tricase, nel Sud Salento, è stato assolto dall'accusa di violenza sessuale con la sentenza pronunciata ieri dai giudici della prima sezione del Tribunale di Lecce. Nel dispositivo della sentenza la presidente Annalisa de Benedictis (a latere Elena Coppola e Michele Guarini) ha disposto l'immediata liberazione: per due anni è stato privato della libertà persionale e di movimento, fra divieto di avvicinamento e arresti domiciliari. Il provvedimento era stato applicato nel 2020 con le accuse, oltre che di violenza sessuale, anche di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e danneggiamento dell'auto della madre della compagna.

L'accusa: condannatelo

L'assoluzione è stata invocata dall'avvocato difensore Dario Paiano, per la Procura invece l'imputato andava condannato: il pubblico ministero Rosaria Petrolo ha chiesto 4 anni, 9 mesi e 15 giorni di reclusione.

La ex convivente si è costituita parte civile con l'avvocato Pietro Nuccio, che ha concluso l'arringa associandosi alle richieste dell'accusa.

Condannato ad 1 anno per lesioni

La sentenza ha assolto l'imputato con la formula "il fatto non sussiste" per i capi di imputazione più gravi: la violenza sessuale ed i maltrattamenti in famiglia. In altre parole nel processo con dibattimento in aula non si è formata la prova per sostenere che costringesse la convivente a numerosi rapporti sessuali dietro il ricatto di sottrarle i due figli. E che avesse usato atteggiamenti vessatori alla loro presenza. L'imputato è stato assolto anche dall'accusa di avere danneggiato l'auto della ex ed è stato condannato ad un anno per tre episodi di lesioni personali: due riguardanti la ex e l'altro uno dei figli per uno schiaffo tirato senza l'intenzione di colpirlo. Tre mesi il termine indicato per depositare le motivazioni della sentenza e poi la Procura e la ex convivente potranno eventualmente ricorrere in appello.

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