Salento, allarme cinema. I sindacati lanciano un Sos: «Ci sono 150 lavoratori a rischio»

Salento, allarme cinema. I sindacati lanciano un Sos: «Ci sono 150 lavoratori a rischio»
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Martedì 22 Febbraio 2022, 12:51 - Ultimo aggiornamento: 12:56

L'allarme dei sindacati suona più o meno così: i cinema e, in generale, il comparto culturale sono a serio rischio. Le Segreterie Provinciali SLC-CGIL, FISTeL- CISL,UILCOM-UIL lanciano una campagna contro il progressivo impoverimento del settore culturale, minacciato nella sua eterogeneità e fragilità.

Un processo che agisce colpendo - insieme al resto della filiera - anche quei presidi culturali che garantiscono la distribuzione e quindi la conoscenza da parte del grande pubblico tanto dei film con grandi budget quanto dei film con budget inferiori, come sono i cinema ancora fino ai giorni nostri.

Nel Salento 150 posti a rischio

"Il nostro territorio conta oltre ai multisala anche i più piccoli cinema-teatri, i quali resistono grazie anche al circuito d’autore e ad altre attività culturali. Tutti insieme creano una occupazione di oltre 150 persone e fanno grandi sacrifici per rimanere aperti. Le misure per fronteggiare la crisi pandemica hanno minato profondamente la sopravvivenza delle aziende del settore, considerato erroneamente non essenziale e poco sicuro, comportando per i lavoratori una riduzione del salario e spingendoli a farsi carico della gestione dello stress che la paura del contagio e le confuse informazioni hanno generato nelle persone".

Sono numerosi gli episodi in cui i lavoratori hanno dovuto confrontarsi con cittadini aggressivi o ansiosi, portatori di istanze spesso in contrapposizione tra loro. "Le recenti scelte del governo a supporto del settore sono insufficienti - concludono i sindacati - in assenza di norme che stabiliscano un tempo adeguato di rotazione nei cinema delle pellicole (prima di essere fruibili sulle piattaforme in streaming) questo comparto difficilmente potrà reggere.

Ribadiamo che i cinema sono luoghi sicuri. Invitiamo i cittadini a tornare a frequentarli. Chiediamo al governo regionale e nazionale di rafforzare le misure a sostegno del settore e farsi garanti di un’inversione di tendenza, riscrivendo misure che agiscano presso le produzioni e i distributori a garanzia della produzione culturale in un’ottica di miglioramento della condizione sociale delle comunità". 

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