Salento, ecco Alisso di Leuca il fiore millenario che rischia l’estinzione. Dove si trova

Salento, ecco Alisso di Leuca il fiore millenario che rischia l’estinzione. Dove si trova
di Anna Manuela VINCENTI
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Martedì 29 Marzo 2022, 21:55 - Ultimo aggiornamento: 3 Aprile, 17:30

Sulle coste del Capo di Leuca una pianta, in via di estinzione - sopravvissuta milioni di anni - racconta della glaciazione quando una Paleocosta (pare) univa il Salento alle Isole Tremiti.
Proprio in questi giorni è in fioritura l’Alisso di Leuca (Aurinia leucadea) visibile in tutta la sua bellezza. Specie rara, la pianta è inserita nella lista rossa delle specie a rischio di estinzione.

La pianta

Antica milioni di anni, si tratta di una specie rupicola costiera che in Italia è presente solo sulle coste del Salento meridionale, dove si colloca il suo areale principale, e nelle Isole Tremiti, a San Nicola e Capraia.
Il suo è un habitat è circoscritto ad alcuni aspetti delle rocce sul tratto Otranto Leuca, in un punto di Ugento, di Porto Selvaggio e Torre Uluzzo.

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«In origine questa pianta viveva su una Paleocosta - racconta Pietro Medagli docente di botanica sistematica all’Università del Salento -, una vecchia linea di costa, in un’epoca in cui il livello del mare era più basso di quello attuale e la costa da Leuca a Otranto arrivava sino alle Isole Tremiti.

Oggi è tutto sommerso dal mare, ma l’Alisso di Leuca ci racconta di una costa con una linea continua di vegetazione sino alle famose Isole pugliesi. Poi il mare si è alzato di livello ed ha frammentato queste popolazioni di Alisso e quelle delle Tremiti sono rimaste isolate rispetto a quelle salentine».

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La fioritura


È una pianta perenne, vive per molti anni, la sua fioritura è spettacolare, di un giallo meraviglioso che da febbraio fino alla fine di marzo risplende lungo tutta la costa. Successivamente fruttifica, i semi sono dei piccoli dischetti con ali membranose trasportate dal vento che disperde i semi lungo le scogliere garantendo così la sua riproduzione e rifioritura in primavera.


«È una pianta spettacolare dal punto di vista estetico - spiega Medagli - in alcuni casi è coltivata. Sarebbe, infatti, consigliabile coltivarla come pianta ornamentale nei giardini rocciosi della litoranea proprio per scongiurare l’estinzione. Sarebbe così più diffusa, meno rara, si farebbe un’opera buona e nello stesso tempo si godrebbe della sua bellezza, anche in quei luoghi e giardini rocciosi difficili da coltivare e abbellire».

La pianta nella storia 


La pianta è stata scoperta per la prima volta nel Capo di Leuca dal celebre botanico napoletano Giovanni Gussone nel 1840, durante un suo epico viaggio esplorativo a cavallo. Una figura mitica, un botanico in carrozza che viaggiava per tutto il Regno di Napoli alla scoperta di nuove piante, si spostava ovunque, in Calabria, Sicilia ed anche in Puglia.
«Per un profano – spiega Piero Medagli- non è una pianta interessante come può esserlo per un botanico, perché è vissuta per milioni di anni, vive su luoghi impervi e rocciosi e durante la fioritura esplode in tutta la sua bellezza. Le piante come l’Alisso di Leuca sono di una notevole rilevanza per noi studiosi, perché sono testimoni di una storia, perché con queste piante possiamo avere degli indizi su cosa sia successo negli anni e fare collegamenti antichi tra le terre. Dall’osservazione delle piante si possono ricavare le vecchie linee di costa. Il fatto che questa pianta sia nel Salento e nelle Isole Tremiti dimostra che un tempo vi fosse una continuità ed un collegamento. Queste piante sono sopravvissute a tutto e sono arrivate a noi quasi miracolosamente. Sono testimonianze delle glaciazioni e delle trasformazioni del territorio. Il loro valore va al di là della loro bellezza estetica - conclude il botanico -, hanno un valore scientifico enorme dal punto di vista della fitogeografia, la scienza che studia la geografia e la distribuzione del passato delle piante, fondamentale per i botanici perché la pianta racconta una storia trascorsa, gli adattamenti del passato, le mutazioni della loro distribuzione».

Dopo milioni di anni l’Alisso di Leuca è ancora lì, residuo di una vecchissima vegetazione e di una storia tutta da raccontare.
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