Salento, accusata di aver intascato 46mila euro senza battere gli scontrini: cassiera a processo

Salento, accusata di aver intascato 46mila euro senza battere gli scontrini: cassiera a processo
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Sabato 5 Marzo 2022, 00:37 - Ultimo aggiornamento: 15:43

Oltre 46mila euro intascati in circa due anni senza battere gli scontrini: l'ex cassiera accusata di aver tenuto per sè le somme della spesa dei clienti sarà processata con rito abbreviato. La richiesta della 34enne di Aradeo, Samantha Casaluci, è stata accolta dal gip ha chiesto e ottenuto di essere giudicata direttamente dal gip Alessandra Sermarini: l'udienza  prevista per il prossimo 10 giugno e la donna, difesa dall'avvocato Francesca Conte, è accusata di appropriazione indebita aggravata. Accuse, ovviamente, tutte da provare in sede processuale. La 34enne lavorava in un al supermercato Dok di Maglie. Il titolare del market, con l'avvocato Francesco Maggiore, si è costituito parte civile.

L'appostamento e i controlli dei carabinieri a market di Maglie

 

L'inchiesta è partito dall'ultimo episodio: l’ammanco (che poi si sarebbe rivelato, secondo l'accusa, solo l'ultimo di una lunga serie) scoperto dai titolari del market il 19 novembre  2020 e che, oltre alla denuncia, le costò il licenziamento immediato. L’ultimo "prelievo", per così dire, di una serie di episodi cominciati nella primavera del del 2019. La ragazza, dopo la segnalazione, venne sorpresa dai carabinieri della stazione di Maglie con 152 euro nelle tasche: il corrispettivo di quattro scontrini, appunto, non battuti. Troppi gli ammanchi notati dal titolare del supermercato.

Qualcuno, appunto, faceva la cresta sulla spesa dei clienti che, tra l'altro, avevano subito confermato la mancanza degli scontrini. I carabinieri si sono appostati all’esterno del supermercato e alla fine del turno di lavoro hanno perquisito la borsa della ragazza sequestrando 152 euro in banconote oltre che numerose monete. Somme che, per quell'episodio, furono restituite al titolare del supermercato. A quel punto sono scattati i  controlli al sistema informatico e fu accertato che erano stati annullati scontrini fiscali (inizialmente emessi) per un mancato incasso di 152 euro.

Scontrino stampato e poi annullato: stesso metodo per due anni

Gli ulteriori controlli, a ritroso nel tempo, sono scattati nell'indagine coordinata dal pm Alessandro Prontera. Un metodo applicato in modo quasi scientifico: la cassiera, passava i codici a barre della merce sullo scanner, registrava regolarmente la somma, ma poi, una volta ricevuto il denaro dai clienti, annullava l'operazione non stampando lo scontrino e facendo finta di inserirlo con la spesa nelle buste. Appunto, per un totale di oltre 46mila euro. L'ex  commessa è difesa dall'avvocato Francesca Conte. 

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