Salento, accoltella tre volte la figlia neonata: perizia psichiatrica sulla giovane mamma

Salento, accoltella tre volte la figlia neonata: perizia psichiatrica sulla giovane mamma
di Andrea TAFURO
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Sabato 14 Gennaio 2023, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 04:50

Si procederà con giudizio abbreviato condizionato all'espletamento di una perizia psichiatrica volta a valutare la capacità di intendere e di volere dell'imputata al momento del fatto, il processo a carico di una giovane madre di Melendugno, per il reato di tentato omicidio della figlia neonata. La decisione è stata presa dal collegio della prima sezione penale del Tribunale di Lecce, costituito dai giudici Fabrizio Malagnino, Maddalena Torelli e Marco Marangio Mauro, su richiesta della parte difensiva, che inizialmente era stata rigettata dal gip in udienza preliminare. I fatti risalgono al 23 luglio del 2021.

La ricostruzione dell'accaduto

La ricostruzione degli inquirenti racconta che la donna, in quel periodo residente in un'abitazione a Martano, quando ebbe le doglie e capì che era giunto il momento del parto non chiese aiuto a nessuno: né ai suoi genitori e nemmeno al compagno.

Dormivano tutti, erano passate da poco le 4.30.


Nessuna richiesta quindi di farsi accompagnare in ospedale per essere assistita dal personale medico ed infermieristico, ma al contrario si sarebbe diretta da sola in giardino. Alle prime luci dell'alba quindi, la donna avrebbe dato alla luce la bambina, per poi recidere il cordone ombelicale con le forbici. E in quei frangenti avrebbe inflitto alla neonata almeno tre tagli con un coltello recuperato da casa, in corrispondenza della carotide, procurandole ferite lacero-contuse sul collo. Dunque, come sostiene la procura, la mamma avrebbe tentato di uccidere la neonata «con una serie di condotte atte, in modo non equivoco, a provocarne la morte, non riuscendo nell'intento per cause indipendenti dalla sua volontà». Provvidenziale in quei frangenti fu il risveglio del compagno, attorno alle 5. Prima soccorse la donna riversa in cucina e debilitata da una grave emorragia. Poi sentì il pianto ed i lamenti di un neonato, corse in giardino e trovò la piccola avvolta in un asciugamano. La chiamata al 118 le salvò la vita e mise in moto l'inchiesta.

Nuovo step processuale

Mercoledì scorso il nuovo step processuale: il collegio giudicante ha disposto una nuova perizia in quanto avrebbe rilevato una divergenza tra la perizia psichiatrica espletata dal consulente del pm . e quella espletata dai consulenti della difesa.


In particolare i periti della difesa avrebbero rilevato che la donna è affetta da disturbo della personalità aspecifico e ha riferito di essere stata vittima di violenza domestica di tipo fisico e psichico che avrebbe potuto incidere sulla sua capacità di autodeterminarsi. Il processo è stato quindi rinviato al prossimo 18 gennaio per il conferimento dell'incarico al perito del Tribunale, Paola Calò. La donna di Melendugno, difesa dagli avvocati Anna Elisa Prete e Giampaolo Potì, attualmente si trova ai domiciliari nell'abitazione dei suoi genitori, secondo quanto disposto dal gip Alessandra Sermarini, su richiesta del pm Alessandro Prontera che ha coordinato le indagini dei carabinieri della Compagnia di Maglie e della stazione di Martano. Le parti civili sono difese dagli avvocati Roberto Rella e Daniela De Liguori.
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