Scia di rapine dopo l'evasione: arrestati nelle Marche

Scia di rapine dopo l'evasione: arrestati nelle Marche
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Lunedì 20 Settembre 2021, 10:59 - Ultimo aggiornamento: 22:37

La loro fuga dalla comunità Arcobaleno di Lecce è durata appena 4 giorni, ma sono stati giorni intensi, giorni in cui hanno collezionato quattro rapine in provincia di Lecce e altre tre (due solo tentate) nelle Marche. Alla fine sono stati riconosciuti, individuati e arrestati. Ed ora si trovano in carcere Luigi Felice, 35 anni, di San Donato, e il coetaneo Antonio Conte, di Lecce.

La fuga dalla comunità e le prime quattro rapine


I due “colleghi” sono evasi dalla comunità in cui si trovavano ai domiciliari per precedenti rapine nella tarda serata di mercoledì scorso e subito, in piazzale Rudiae, armati di coltelli, hanno rapinato un uomo costringendolo a consegnare cellulare, soldi e il Fiat Doblò a bordo del quale la vittima viaggiava. A bordo del furgoncino rubato, nella stessa serata, hanno effettuato altre due rapine: la prima a Caprarica, avvicinando due persone che erano a bordo della loro auto e costringendole, sempre dietro la minaccia dei coltelli, a consegnare tutto il denaro che avevano con sé. La seconda rapina attorno all’1.30 al ristorante Fish and Gin bistrot di San Donato. Magro il bottino che, in questo caso, sono riusciti a farsi consegnare dai tre dipendenti presenti a quell’ora: appena 40 euro. Così, mentre già i carabinieri del comando provinciale di Lecce avevano visionato le telecamere di sorveglianza della zona stavano dando loro la caccia, i due hanno compiuto un ulteriore colpo, questa volta in pieno giorno. Attorno alle 10 di venerdì hanno fatto irruzione nell’Eurospin di Campi, a quell’ora pieno di clienti, e minacciando i cassieri con i coltelli hanno svuotato le casse, portando via circa 800 euro.

La fuga nelle Marche

Poi hanno fatto perdere le loro tracce, per ricomparire sabato a Montecorsaro, in provincia di Macerata. Il metodo sempre lo stesso: con un coltello in mano e il volto coperto da passamontagna bianchi realizzati in maniera artigianale, hanno minacciato un tabaccaio, intimandogli di consegnare l’incasso. Ma l’uomo ha reagito brandendo un bastone e ai due è andata male: non solo sono dovuti fuggire a mani vuote, ma la telecamera che ha ripreso la loro fuga ha permesso ai carabinieri della Compagnia di Civitanova Marche, agli ordini del capitano Massimo Amicucci, di mettersi sulle loro tracce.

I militari hanno infatti ottenuto dai filmati una targa parziale del Doblò e, confrontandosi con i colleghi del comando leccese, sono riusciti a capire che si trattava del mezzo rubato due giorni prima a Lecce.

Le indagini e l'arresto


Ancora non lo sapevano, ma i rapinatori avevano le ore contate quando, domenica mattina, hanno tentato di rapinare un supermercato in un paese vicino. Anche in questo caso è andata male: la cassiera è riuscita a scappare e i numerosi clienti si sono scagliati loro contro, costringendoli a fuggire a mani vuote. A questo punto, però, ai carabinieri era già chiaro chi fossero i due rapinatori: i militari avevano notato che i due si muovevano bene nelle stradine secondarie del territorio ed avevano ipotizzato che alla guida ci fosse una persona che conosceva la zona. È bastato un rapido controllo per avere la conferma: uno dei due sospettati in passato era stato ospite in una comunità del posto e aveva avuto modo di conoscere bene il territorio. A questo punto non restava che individuarli e fermarli. Ma i due hanno fatto in tempo a tentare un altro colpo, questa volta portandolo a segno e fuggendo con un bottino di 450 euro: hanno individuato un tabaccaio nel comune di Montelupone e, con i volti coperti da mascherine e coltello in mano, si sono fatti consegnare l’incasso per fuggire poi verso Porto Recanati. È qui che i carabinieri li hanno individuati ieri mattina: hanno visto il furgone ed hanno atteso fino a che i due non si sono avvicinati al mezzo per salire a bordo. A questo punto i militari li hanno bloccati, sottoposti a fermo e accompagnati in carcere. Nel Doblò, che sarà restituito al proprietario, c’erano i coltelli, gli abiti e i due passamontagna bianchi utilizzati per commettere le rapine.

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