Sacra Corona: catturato in Germania il latitante Patrizio Pellegrino

Sacra Corona: catturato in Germania il latitante Patrizio Pellegrino
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Sabato 21 Novembre 2015, 11:49 - Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 20:44
Catturato dopo la latitanza di un anno: è stato arrestato in queste ore Patrizio Pellegrino, 44 anni di Squinzano e boss della Sacra Corona Unita. E’ stato bloccato dalla polizia tedesca dopo essere sfuggito, il 11 novembre del 2014, all’operazione “Deja Vu” dei carabinieri.



La scorsa estate, invece, ai confini dell'Ungheria era stato catturato il fratello Antonio Pellegrino, di 41 anni.



L’inchiesta - chiusasi un anno fa con un blitz e condotta dai pubblici ministeri Giuseppe Capoccia, Guglielmo Cataldi ed Antonio Negro con i carabinieri del Ros - aveva ricostruito anche la rete del consenso sociale che Antonio e Patrizio Pellegrino avrebbero ripristinato appena scontate le condanne in carcere per mafia (e due omicidi per Patrizio).





Si tratta di soggetti appartenenti a vari clan mafiosi della frangia leccese dell'organizzazione Sacra Corona Unita, ritenuti responsabili a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, introduzione nello Stato, porto e detenzione illegale di armi anche da guerra. In particolare gli investigatori avevano documentato le attività illecite gestite dal clan Pellegrino, capeggiato da Francesco Pellegrino, detto “Zù Peppu”, 61 anni di Squinzano, ergastolano, e retto da Sergio Notaro e dai fratelli Patrizio e Antonio Pellegrino, quest’ultimo scarcerato nel marzo del 2010, ma anche l’influenza esercitata nella zona dallo storico boss Giovanni De Tommasi, capo indiscusso della Scu leccese attraverso direttive impartite nel corso dei colloqui carcerari con la moglie, Ilde Saponaro. Il sodalizio era dedito ad estorsioni, usura, spaccio di stupefacenti e gioco d’azzardo ma l’attività più fiorente era il traffico internazionale di cocaina, hashish e marijuana approvvigionati in Francia.

Le partite di droga, importate con corrieri a bordo di automezzi, erano gestite da due distinti gruppi, rispettivamente inquadrati nei clan De Tommasi per Campi Salentina e Pellegrino (con Sergio Notaro) per Squinzano, che provvedevano alla commercializzazione al dettaglio e alla loro distribuzione ad altri gruppi operanti a Lecce, Brindisi e Taranto.

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