Decessi nel periodo covid all'Rsa La Fontanella, «nessun comportamento penalmente rilevante». Chiesta l'archiviazione

Decessi nel periodo covid all'Rsa La Fontanella, «nessun comportamento penalmente rilevante». Chiesta l'archiviazione
di Roberta GRASSI
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Lunedì 16 Gennaio 2023, 21:36 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 04:55

Per la Procura non ci sono stati comportamenti penalmente rilevanti a carico dei gestori della Rsa La Fontanella di Soleto, finita sotto i riflettori in tempi di Covid per 38 decessi e posta sotto inchiesta per accertare se le terapie adottate furono tempestive e se c’era qualcosa che si potesse fare per evitare le conseguenze più gravi. Il pm titolare del fascicolo era Alberto Santacatterina ha così formulato richiesta di archivazione dell’indagine. Gli accertamenti furono delegati ai Nas. Nel fascicolo sono confluite due consulenze. Una medico legale affidata ai medici legali Alberto Tortorella, Francesco Bruno e Francesco Introna. E un’altra eseguita dai ai professori Luigi Vimercati e Silvio Tafuri sull’adozione o meno dei protocolli organizzativi per proteggere gli ospiti ed il personale dall’esposizione agli agenti biologici ed infettivi. 

I reati contestati


Erano contestate ipotesi di reato di omicidio colposo, abbandono di persone incapaci e diffusione di epidemia i vertici nei confronti dei vertici della Rsa all’epoca dei fatti: l’amministratore don Vittorio Matteo, 85 anni, di Soleto (che nel frattempo e deceduto); la direttrice Federica Cantore, 40 anni, di Galatina (difesi dagli avvocati Michele e Giuseppe Bonsegna); ed il medico Catello Mangione, 66 anni, di Soleto. L’inchiesta aveva preso il via dalle denunce-querele presentate dai parenti degli ospiti deceduti o contagiati, rappresentati dagli avvocati Francesco Vergine, Giancarlo Dei Lazzaretti, Francesco Zacheo, Americo Barba, Carlo Gervasi, Donato Amato, Luigi Rella, Andrea Lanzilao, Giuseppe Maglio, Giuliano Fina, Roberta Cofano, Alessandro Caggia, Pasquale Gaballo, Novella Miglietta, Barbara Surdo, Angela Rizzo, Anna Sabato e Salvatore Musco.

E si intrecciava con quella in cui era indagato un medico, subentrato quando la gestione privata de La Fontanella non aveva più personale per garantire i servizi minimi di assistenza ai suoi circa 90 ospiti. Siamo a cavallo fra il 20 ed il 24 marzo del 2020, all’apice del dramma vissuto dagli ospiti e dai loro parenti: un’inchiesta di Quotidiano documentò anziani abbandonati nelle stanze, senza cibo, bevande, terapie ed igiene. Giorni in cui gli anziani morirono uno dietro l’altro e continuarono a morire - per covid, la diagnosi - anche dopo il trasferimento negli ospedali e nel Dea (Dipartimento emergenza accettazione) del Vito Fazzi.

Cosa è successo nel periodo della pandemia


La pandemia era agli inizi. Non ne erano chiare le dimensioni. Non si sapeva, allora, cosa sarebbe accaduto in seguito. Le difese hanno sostenuto che non vi fossero in quel momento tutti gli strumenti per affrontare ciò che stava accadendo con la dovuta consapevolezza e dotazione di mezzi e di strumenti. E hanno ricostruito i fatti, ricordando anche il ruolo svolto dall’Azienda sanitaria in quei frangenti di estrema apprensione. 
Nel corso dell’inchiesta ci sono state due proroghe, necessarie per il completamento delle perizie, al termine delle quali la procura ha escluso condotte di rilievo penale. I legali delle persone offese potranno decidere di opporsi alla richiesta di archiviazione, chiedendo un supplemento investigativo o l’imputazione coatta. 
[FIRMA-RIPROD]R.Gra.
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