Spunta il nome dell'imprenditore Roberto De Santis, 64 anni, di Martano, in quella che si sta profilando come l'inchiesta bis sullo stabilimento balneare Twiga in corso di costruzione sul litorale Nord di Otranto fino al sequestro di maggio del 2017. Finito questa mattina agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione in concorso con Luciano e Pierpaolo Cariddi (ex sindaco e sindaco di Otranto), con il figlio Luigi e con l'imprenditore Raffaele De Santis, gli viene contestato di avere avuto una corsia preferenziale per ottenere le autorizzazioni per il Twiga, in cambio del sostegno elettorale a Luciano Cariddi le Politiche del 2018.
«Lecce é chiusa»
«Roberto De Santis assicurava, grazie ai suoi contatti in contesti romani, la sua candidatura a senatore nel collegio di Lecce a Luciano Cariddi», recita il capo di imputazione, per le elezioni Politiche del 4 marzo 2018.
Twiga
Questa parte dell'inchiesta sostene che fu Roberto De Santis a incaricare Pierpaolo Cariddi di redigere il progetto del Twiga, ottenendo le autorizzazioni dall'ingegnere Emanuele Maggiulli e dal geometra Giuseppe Tondo attraverso l'interpretazione “strumentale” degli accessi al mare. E che lo stesso imprenditore si sarebbe adoperato con altri per convincere, anche attraverso minacce, l'allora comandante della Capitaneria di Porto di Otranto, il capitano Elena Manni, a revocare l'ordinanza di divieto di belneazione lungo il tratto di osta dove stava sorgendo il lido.
Le condanne
Una settimana fa si è concluso il processo di primo grado sullo stabilimento balneare Twiga. I giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce (presidente Pietro Baffa, a latere Valeria Fedele e Roberta Maggio) hanno accolto la tesi del pubblico ministero Alessandro Protera condannando a quattro anni l'ingegnere Maggiulli, a tre anni e nove mesi PIerpaolo Cariddi (nel ruolo di progettista e di direttore dei lavori) e a tre anni e tre mesi l'imprenditore Raffaele De Santis. Intanto il geometra Tondo aveva patteggiato un anno di reclusione. Disposta anche la confisca del lido