«Roberta non è lontana:
ecco dove trovare i resti»

«Roberta non è lontana: ecco dove trovare i resti»
di Attilio PALMA
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Sabato 27 Gennaio 2018, 23:10 - Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 15:11

La criminologa Roberta Bruzzone e il suo staff hanno indicato alla Procura anche il luogo, più o meno circoscritto, dove ritrovare i resti di Roberta Martucci.
Le indicazioni sono contenute all’interno della documentazione che il team composto dall’altra criminologa Isabel Martina (autrice di una tesi sul mistero) e dal legale Fabrizio Ferilli (in precedenza era Carlo Grasso) hanno consegnato mesi addietro nelle mani del sostituto procuratore Elsa Valeria Mignone. In quelle carte c’è anche il nome del presunto assassino di Roberta del quale è stato tracciato un profilo ben preciso studiando il suo modello comportamentale. Autopsia psicologica che ha condotto addirittura a individuare l’area dove l’omicida avrebbe occultato il cadavere della giovane scomparsa da Torre San Giovanni il 20 agosto 1999.
Che si possa arrivare nel giro di pochi mesi alla soluzione del giallo o comunque ad una svolta, ne sono convinti anche i familiari di Roberta. In particolare, la sorella Lorella che ha firmato il mandato per il riesame del caso alla Bruzzone che venerdì pomeriggio, al Bellavista Club di Gallipoli, invitata dagli organizzatori di Figilo, Festival dell’Informazione Giornalistica Locale, nel corso di un incontro per certi versi emozionante, ha annunciato ufficialmente la riapertura dell’inchiesta da parte della Procura che ha quindi accolto l’istanza depositata dal team. Elementi strutturati dal punto di vista probatorio, incluso un lungo elenco di depistaggi mirati a sviare le indagini.
L’assassino conosceva bene la vita privata e lavorativa di Roberta e sarebbe stato vicino alla sua famiglia. Forse l’ha ammazzata perché a conoscenza di un segreto inconfessabile e quindi scomoda al termine di un confronto quella sera del 20 agosto, liberandosi poi del corpo. Ecco perché dalle sue amiche non è mai arrivata.
«Sono contenta – sottolinea Lorella Martucci - di quello che si è detto e di quello che non si è potuto dire. Ringrazio chi ha organizzato questo incontro. Credo fortemente che si possa presto arrivare ad una conclusione perché è una pista nuova, mai battuta. Poi credo nella dottoressa Bruzzone, se l’ha detto e scritto nel rapporto alla Procura, vuol dire che ne è certa».
La Bruzzone ha ribadito che era importante anche, oltre a trovare la strada della verità e della giustizia, «lavare il fango» gettato sulla giovane nel corso di questi 19 anni.


                   Roberta Martucci

 
«Questo è un altro aspetto fondamentale. Era importante riabilitare la figura di mia sorella. In questi anni, specie all’inizio, si è parlato di festini privati, di droga, di omosessualità. Tutte falsità a cui non abbiamo mai creduto - continua la sorella -. Sono convinto che chi ha gettato fango su Roberta è stato lo stesso assassino». Definitivamente fuori dalla cerchia dei sospetti le amiche Rory e Rita, fino a poco tempo fa ritenute depositarie di informazioni utili alla soluzione del giallo. Ma loro si prodigarono non poco nel cercarla subito dopo la scomparsa. «Per tanti anni si è seguita la pista delle amiche, ma se fossero state loro, in tutto questo tempo, sarebbe emerso qualcosa. Così non è stato perché si batteva la pista sbagliata. Ora, la storia prende tutta un’altra piega».
Neppure Lorella conoscerebbe l’identità del sospettato numero uno: «Magari lo sapessi, lo sanno loro. Non saprei da dove cominciare, è difficile individuarlo anche se il suo nome è tra le centinaia di pagine delle indagini che io non ho.

Di certo, se dovesse trattarsi di una persona vicinissima alla nostra famiglia, il Signore mi dia la forza di reggere la notizia. Se fosse stato un amico, il discorso cambierebbe». Se in qualche angolo del cuore si coltivava ancora l’improbabile speranza di rivederla viva, la tesi della Bruzzone sentenzia che Roberta è stata uccisa: «Eravamo già consapevoli che non c’era più, eravamo solo in attesa della verità. Il caso è stato aperto e chiuso tre o quattro volte. Devo dire grazie alla Bruzzone che è ripartita da zero, studiando il caso nei minimi dettagli e consegnando alla Procura le sue conclusioni. Ora tocca agli inquirenti compiere il lavoro vero e proprio. Hanno tutti gli elementi. Ho molta fiducia nella dottoressa Mignone che tiene a risolvere questo giallo. Sono sicurissima che il percorso intrapreso è quello giusto e che presto arriveremo ad una svolta decisiva».

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