Satanismo in comunità, la testimonianza shock: «Legata a un altare durante i riti»

Satanismo in comunità, la testimonianza shock: «Legata a un altare durante i riti»
di Attilio PALMA
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Mercoledì 20 Aprile 2016, 13:48 - Ultimo aggiornamento: 17:49
TAVIANO - Assume contorni sempre più misteriosi la vicenda dei presunti maltrattamenti compiuti sugli ospiti all’interno della comunità “Oberon” di Taviano. Nel corso del processo agli allora responsabili della struttura, si è registrata in aula l’agghiacciante testimonianza di una ragazza che ha confermato, a suo dire, l’esistenza di una sorta di setta satanica messa in piedi dall’allora direttore della struttura Luigi Fattizzo, 58enne di Parabita, e dal responsabile Stefano Portaccio, 49enne di Poggiardo.
Nel corso del processo, una delle presunte vittime, avrebbe raccontato ai giudici con dovizia di particolari che, a questi riti satanici, avrebbero partecipato anche altri operatori della struttura.
Riti che si sarebbero consumati in una chiesa “sconsacrata” ubicata nella marina di Mancaversa.

La ragazza ha riferito di essere stata legata sull’altare con le gambe posizionate dietro e la testa sollevata mentre tutti intorno invocavano la presenza di Satana o recitavano al contrario alcune preghiere come, ad esempio, il Padre Nostro. I partecipanti ai riti indossavano abiti con cappucci e croci nere e biache. La ragazza ha anche ammesso di essere stata ferita con dei pezzi di vetro sul corpo e sul viso. Violenze di cui sarebbero rimaste tracce visibili in più parti del corpo. Nonostante siano ormai trascorsi circa undici anni dai fatti richiamati, il pubblico ministero Stefania Mininni ha conferito incarico al medico legale Roberto Vaglio di verificare se le dichiarazioni della ragazza corrispondano alla verità, ovvero se ci sia effettivamente la presenza degli sfregi, a quale periodo risalgano e con che tipo di oggetto siano stati fatti. L’eventuale conferma o meno potrebbe introdurre nel quadro accusatorio altri reati.
I riti satanici si sarebbero conclusi la notte di Natale del 2005 in cui la ragazza, ospite della comunità, sarebbe stata costretta a visionare i film “Fiumi di Porpora 1 e 2” e “l’Esorcista” con tanto di frase finale: “Ora sei una di noi”.

Sono stati ascoltati altri tre ragazzi. Tutti hanno confermato davanti alla prima sezione collegiale i presunti maltrattamenti anche utilizzando mazze di legno. «Pur non essendo presente in aula per motivi di salute – spiega il legale che difende la “Oberon”, avvocato Francesca Conte – posso solo affermare che l’unico nostro impegno è dimostrare, sia pur nel massimo rispetto di chi dovrà decidere, che si tratta solo di fantasie e che basta rileggere le dichiarazioni per rendersi conto di quanto siano deliranti». Il processo è stato aggiornato al 29 aprile prossimo quando è previsto l’ascolto del pubblico ministero e delle parti civili. A seguire, toccherà ai testimoni della difesa.
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