Rissa tra tre famiglie per una sigaretta negata. Cinque indagati

Rissa tra tre famiglie per una sigaretta negata. Cinque indagati
di Pierangelo TEMPESTA
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Mercoledì 1 Febbraio 2023, 07:44 - Ultimo aggiornamento: 08:00

Il rifiuto di offrire una sigaretta avrebbe fatto scattare un'aggressione a causa della quale cinque persone - tra cui una donna in stato di gravidanza e un poliziotto intervenuto per sedare la lite - finirono in ospedale. Sono state ora chiuse le indagini preliminari sui disordini del giorno di Pasquetta del 2020 in via Aldo Sabato, nella zona delle abitazioni di edilizia popolare di Taurisano.

Tre famiglie coinvolte


Tre i nuclei familiari coinvolti nella vicenda. Cinque uomini - di 26, 34, 35, 49 e 82 anni - sono indagati a vario titolo per lesioni personali aggravate, danneggiamento, minaccia, porto di oggetti atti ad offendere e violenza o minaccia a pubblico ufficiale. L'avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato firmato dal pubblico ministero della Procura di Lecce Alessandro Prontera sulla scorta delle indagini eseguite dai poliziotti del commissariato di Taurisano, diretti dal vicequestore Salvatore Federico.
Stando alle accuse mosse dalla Procura, il 13 aprile del 2020 un giovane fu aggredito per essersi rifiutato di offrire una sigaretta a uno degli indagati.

Schiaffi e pugni

Fu prima colpito al volto con uno schiaffo, poi fu trascinato con forza fuori dall'auto e raggiunto ancora da pugni e calci su tutto il corpo. La madre del malcapitato, intervenuta in sua difesa nonostante il suo stato di gravidanza, fu a sua volta colpita al volto insieme agli altri due figli. Il giovane, la madre e i due fratelli furono costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso, con prognosi tra i cinque e i sette giorni. C'è poi l'accusa di danneggiamento: nel corso del pestaggio, secondo l'accusa, il parabrezza dell'auto del giovane venne sfondato e la vettura venne colpita con calci e pugni; divelta anche la porta di ingresso dell'abitazione della famiglia.

Mentre il personale del 118 si accingeva a trasferire la donna in ospedale, poi, da due degli indagati sarebbero arrivate minacce di morte. Le violenze sarebbero andate avanti anche nel tardo pomeriggio. Il giovane, infatti, sarebbe stato nuovamente aggredito con un bastone di legno mentre si trovava in compagnia di due zii. Proprio per il possesso del bastone, due degli indagati rispondono anche di possesso di oggetti atti ad offendere. A sedare le violenze e a calmare gli animi intervennero i poliziotti del commissariato cittadino. Ma il loro, stando a quanto contestato dagli inquirenti, non fu un lavoro facile.

Le minacce di morte


Tra gli indagati, infatti, qualcuno avrebbe invitato gli agenti ad andare via, minacciandoli di morte e sostenendo di poter risolvere la questione autonomamente e senza l'intervento delle forze dell'ordine. Qualcuno avrebbe tentato di impedire l'accesso dell'auto della polizia nel piazzale. Uno degli indagati, poi, si sarebbe spinto oltre: si sarebbe scagliato contro un agente e, strappandogli la mascherina dal volto, lo avrebbe colpito all'altezza della gola, causandogli lesioni giudicate guaribili in tre giorni. A distanza di circa quattro mesi - è l'ultima delle accuse mosse - il giovane già vittima del pestaggio sarebbe stato nuovamente minacciato di morte mentre si trovava nel parco di fronte alla sua abitazione. I cinque indagati hanno ora venti giorni di tempo per presentare, tramite i loro avvocati, documenti e memorie difensive o per chiedere di essere interrogati. Sono difesi dagli avvocati Fabio De Pascalis, David Micaletto, Fabio Ruberto, Silvio Caroli e Roberto Bray.
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