Rigassificatore a Piombino, i cabinati arrivano dal Salento: due tecno shelter di grosse dimensioni realizzate dal Gruppo RI di Trepuzzi

Rigassificatore a Piombino, i cabinati arrivano dal Salento: due tecno shelter di grosse dimensioni realizzate dal Gruppo RI di Trepuzzi
di Donato NUZZACI
4 Minuti di Lettura
Giovedì 30 Marzo 2023, 10:54

C’è anche un pezzo di Salento a garantire il funzionamento del nuovo rigassificatore di Piombino, in provincia di Livorno, che incrementerà la fornitura energetica nazionale. Si tratta di due tecno shelter di grosse dimensioni realizzati dal Gruppo RI di Trepuzzi, e allestiti con tutti gli impianti tecnologici tra cui la sala quadri, le batterie e la sala generale di controllo che garantirà il funzionamento del rigassificatore installato sulla nave “Golar Tundra”, arrivata a Piombino lo scorso 19 marzo, dopo essere stata acquistata da Snam su mandato del governo nazionale e che servirà a garantire l’arrivo di nuovi flussi di gas.

La produzione

La realtà produttiva leccese, dunque, contribuirà alla soluzione di uno dei problemi più urgenti in Italia. La questione russo-ucraina, infatti, ha determinato una grave crisi energetica che ha costretto lo stato italiano a puntare sull’importazione e sulla trasformazione del gas naturale liquefatto. In particolare, sul gas proveniente da Norvegia, Azerbaigian e Algeria che può viaggiare su nave ma deve essere necessariamente rigassificato. Per questa ragione Snam ha acquistato la nave Golar Tundra destinata ad ospitare il rigassificatore, in una piattaforma galleggiante lunga 292,5 metri, larga 44 metri e alta 55 metri. Come funziona la nave? La Golar Tundra è una particolare unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione (detta Fsru) e sarà rifornita ad intervalli regolari da navi metaniere. Una volta giunta in prossimità della Fsru, la nave metaniera, che trasporta il gnl (Gas naturale liquefatto) alla temperatura di -160° C, trasferisce il gas naturale liquefatto nei serbatoi del terminale. Questo processo avviene tramite bracci di scarico installati sulla Fsru. Questi si allungano e si agganciano alla metaniera, e a quel punto il gas naturale viene travasato nei serbatoi e stoccato, per essere successivamente rigassificato. La Fsru Golar Tundra è dotata di quattro serbatoi di stoccaggio di gas naturale liquefatto disposti nella parte centrale dello scafo, mentre l’impianto di rigassificazione è posto a prua. Costruita nel 2015, la nave ha una capacità di stoccaggio di circa 170mila metri cubi di gas naturale liquefatto e una capacità di rigassificazione continua di 5 miliardi di metri cubi l’anno.

A servizio della Tundra ci sono ora i due tecno shelter costruiti dal Gruppo RI e consegnati in tempi record dall’azienda salentina che, in meno di tre mesi, ha fornito le due strutture dotate di sistemi di resistenza alla sovrapressione, di fire detection (cioè rilevatori di incendi), di resistenza al fuoco ed agli agenti marini. Tutte dotazioni necessarie alla gestione e protezione del complesso e degli apparati di controllo del rigassificatore. I due shelter posizionati sulla banchina del porto di Piombino sono montati su una sottostruttura in carpenteria metallica, sempre fornita dal gruppo RI leccese.

L'ambizioso progetto

«L’ambizioso obiettivo di avviare il rigassificatore nel mese di aprile, considerato alla fine del 2022 quasi utopico, consentirà di superare la crisi energetica, di svincolare l’Italia dal monopolio delle forniture russe e, con tutta probabilità, di abbassare il costo delle bollette per circa 60 milioni di Italiani». «È un piccolo miracolo dell’imprenditoria italiana», spiegano dall’azienda salentina, fondata nel 1973 nella periferia di Leverano da Salvatore Tafuro, che ha trasmesso la passione ai suoi quattro figli Cosimo, Lorenzo, Antonio ed Emanuele che insieme a lui guidano l’intero gruppo. Salvatore fin da subito ha creduto nella sua innovativa officina e da ventenne già padre di tre figli la notte sognava e di giorno progettava, fino a diventare imprenditore di successo e creare il RI. L’impresa conta oggi oltre 130 dipendenti in Italia e all’estero, ed è considerata una delle aziende protagoniste nei settori difesa e civile. Ha stabilimenti e sedi in tutto il mondo dal Kosovo al Libano, dalla Repubblica di Gibuti agli Emirati Arabi, attività consolidate ad Haiti, Iraq, Afghanistan, che raccontano «la capacità dell’azienda di operare anche in zone disagiate ed in situazioni di emergenza». La stessa azienda leccese contribuisce allo «sviluppo delle economie locali» attraverso la creazione di joint venture, formazione e professionalizzazione del personale locale e sinergia con i Governi, le istituzioni locali e gli organismi internazionali quali Onu, Unione Europea e Nato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA