Soldi ai camionisti per non farli parlare: «Sanno dello schifo, dai a loro 500 euro»

Soldi ai camionisti per non farli parlare: «Sanno dello schifo, dai a loro 500 euro»
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Martedì 18 Maggio 2021, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 12:57

Ma un camionista che sa lo schifo, glieli devi dare un 200 euro di più?. È la domanda che si pongono al telefono, non sapendo di essere intercettati, alcuni degli indagati nell'inchiesta della Dda di Lecce su un traffico di rifiuti dalla Campania alla Puglia.
Si ragiona sui costi dei trasporti. E sulla necessità di restare al riparo dai controlli delle forze dell'ordine. Contemporaneamente, ascoltando le conversazioni, gli inquirenti ragionano sulle responsabilità da attribuire e a chi riferirle tra le tante componenti dell'ingranaggio. Sulla eventuale complicità di alcuni degli autisti di tir, autorizzati per il trasporto di rifiuti, nel gestire il business con risvolti di ingente danno ambientale.
Mi conviene dare 500 euro in più a un camionista raccontano al cellulare i presunti capi però sappiamo che è roba di schifo come noi. E poi ancora: Con 500 euro in più, gli chiudiamo la bocca.
Secondo il pm e il gip le conversazioni dimostrano la conduzione imprenditoriale dell'attività di traffico di rifiuti, destinati ad essere sotterrati nelle campagne salentine e ioniche. Ma non solo: anche la consapevolezza assoluta dell'illiceità della stessa da parte di chi si occupava di tenere i contatti e programmare i viaggi, ma anche da qualcuno fra quanti dovevano materialmente effettuarli.
Viene infatti rappresentata la necessità di compensare con somme di denaro maggiori gli autisti di tir ingaggiati.
Chiunque, infatti, al termine del viaggio, si sarebbe accorto che c'era qualcosa di sospetto nella destinazione finale, non essendo la stessa una discarica, ma un luogo non destinato e autorizzato viene specificato al conferimento di rifiuti trasportati. Il silenzio, insomma, andava in qualche modo comprato. Sono due i camionisti rispetto ai quali la Dda, a seguito di approfondimenti eseguiti dai carabinieri del Noe di Lecce e dalla guardia di finanza di Taranto, ha ritenuto vi fosse una partecipazione cosciente al sistema: Oronzo Marseglia, di San Vito dei Normanni, e Franco Giovinazzo, di Siderno, il primo in carcere, il secondo ai domiciliari. I siti nei quali erano stati conferiti i carichi trasportati, sono risultati privi della benché minima, rileva il gip, dotazione prevista dalla legge.
Non esisteva, a quanto emerso, nessun impianto di stoccaggio o smaltimento, in quei luoghi. Avrebbero ricevuto compensi extra. Entrambi, è precisato, a quanto si rileva dalle intercettazioni, sarebbero stati al corrente dei metodi illegali per via delle modalità con cui erano redatte le bolle di accompagnamento dei carichi e le indicazioni su destinazioni di rifiuti, le quali sarebbero poi risultate false.
Oltre alle misure personali, sono stati eseguiti i sequestri due veicoli. I costi del servizio, anche quelli, risultano apparentemente chiari dalle conversazioni fra i presunti organizzatori: Facciamo quattro macchine per quelli al giorno, sono 20 macchine eh!. E poi ancora: Abbuschiamo 60 70 carte. Sarà difficile in una settimana, ma mi basta pure due macchine, quattro macchine per due giorni e sono 8 macchine, mi basta un anticipo di quelli eh, che sono soldi eh! Arriviamo a 30-40mila euro. Infine: Che cosa dobbiamo dare a quelli, 2mila euro? E il resto sono in tasca a noi.
R.Gra.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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