Report Legambiente: «Ecomafie, il Salento ai vertici regionali»

Report Legambiente: «Ecomafie, il Salento ai vertici regionali»
Report Legambiente: «Ecomafie, il Salento ai vertici regionali»
di Stefania DE CESARE
3 Minuti di Lettura
Venerdì 17 Dicembre 2021, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 08:38

Reati sul ciclo del cemento, ciclo dei rifiuti, contro la fauna sulla terraferma e a mare. L'ombra dell'ecomafia anche nel Salento. Il territorio salentino (e in generale quello pugliese) si conferma una delle aree dove i reati ambientali sono sempre più diffusi. Lecce tra le prime dieci province in Italia. Una illegalità che non conosce crisi e che ha trovato nell'emergenza sanitaria terreno fertile per infiltrarsi, affinarsi e arricchirsi. La conferma arriva dal focus di Ecomafia Puglia Le storie e i numeri della criminalità ambientale presentato ieri pomeriggio da Legambiente Puglia con il patrocino dell'Università di Foggia, presso l'aula Cipriani del dipartimento di Studi Umanistici.

Un triste podio

«La Puglia è sul podio nella classifica nazionale dell'illegalità ambientale con Bari, Foggia e Lecce tra le 20 province italiane più colpite dai reati ha sottolineato il presidente di Legambiente Puglia, Ruggero Ronzulli -. Stabili i dati per i reati sul ciclo del cemento, ciclo dei rifiuti, quelli contro la fauna sulla terraferma e a mare. Questi dati però sono frutto dell'incessante lavoro di donne e uomini che quotidianamente sono direttamente nei territori per tutelarli, ed è a tutte le forze dell'ordine che va il nostro ringraziamento e plauso».
Nel ciclo illegale dei rifiuti Bari, Foggia, Taranto, Lecce e Brindisi sono rispettivamente al quinto, settimo, dodicesimo, quindicesimo e sedicesimo posto con 210, 145, 95, 89 e 84 infrazioni accertate. Inoltre, legato a questo reato, nella classifica che inquadra gli incendi negli impianti di trattamento, smaltimento, recupero dei rifiuti la Puglia si colloca ottava con 88 roghi negli impianti (il 6,8% sul totale nazionale).

Gli altri numeri

Non va meglio con i reati contro la fauna: Lecce è al secondo posto con 45 reati dopo Bari (914) e seguita da Taranto (29), Brindisi (4). Male anche i dati relativi all'illegalità nel ciclo del cemento: Bari, Lecce e Foggia sono rispettivamente al settimo, nono e undicesimo posto con 195, 166 e 153 infrazioni accertate.
Crescono i Comuni sciolti per mafia. E cresce anche il tema dell'ambiente tra le motivazioni dei commissariamenti. Non solo rifiuti, abusivismo e appalti, ma anche servizi idrici, gestione dei boschi e delle aree protette.

Attualmente in Puglia sono 32 i Comuni commissariati per pericolo di condizionamento della criminalità organizzata. Di questi ben 11 sono stati sciolti nel 2021 tra cui Squinzano.

Le proposte

Per invertire la rotta Legambiente ha stilato 10 proposte da mettere in pratica nel breve e lungo periodo. Tra queste, inserire i delitti ambientali previsti dal codice penale e il delitto di incendio boschivo tra quelli per cui non scatta l'improcedibilità e approvare delle leggi contro agromafie e saccheggio del patrimonio culturale, archeologico e artistico e introduzione nel codice penale dei delitti contro gli animali. E poi inasprire le sanzioni previste contro i traffici illegali di rifiuti e garantire l'accesso gratuito alla giustizia da parte delle associazioni iscritte nel registro unico nazionale del terzo settore e impegnate di fronte a qualsiasi autorità giudiziaria in qualsiasi grado di giudizio nel perseguimento dei propri fini statutari.
«Non si deve assolutamente abbassare la guardia contro i ladri di futuro ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -. A maggior ragione in un momento storico in cui dovremo spendere ingentissime risorse pubbliche previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). È già arrivata la prima tranche di 25 miliardi di euro sul totale di 191,5 del programma europeo Next Generation Eu riservati all'Italia fino al 2026, a cui si aggiungeranno gli oltre 30 miliardi di euro del fondo complementare alimentato da risorse nazionali. Va scongiurato in ogni modo il rischio di infiltrazioni ecomafiose nei cantieri legati alla transazione ecologica».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA