«Il rapinatore mi ha puntato contro la pistola: terribile»

Il momento dell'arresto
Il momento dell'arresto
3 Minuti di Lettura
Sabato 17 Settembre 2016, 11:00 - Ultimo aggiornamento: 11:02

Ostaggio improvviso di un bandito armato in fuga dalla polizia. Un faccia a faccia da brividi nello studio dentistico di via De Gasperi dove lavora come collaboratrice, durato pochi interminabili minuti di terrore. In balìa di un giovane malvivente che, introdottosi nello studio da una porta-finestra aperta, le si è parato d’un tratto davanti, puntandole contro una pistola per farsi indicare la via d'uscita.

Il giorno dopo il “Far West” e l'arresto in flagranza di due giovani banditi, seguito ad un rocambolesco inseguimento, la donna – che preferisce mantenere l'anonimato – si è presa un giorno di riposo. Ancora ventiquattr'ore per smaltire la paura, il terribile ricordo di quell'incontro ravvicinato col malvivente che cercava di sfuggire agli agenti, dopo avere messo a segno insieme al complice una rapina da 200mila euro nella vicina oreficeria “Prisma gioielli”, sotto la galleria commerciale del Centrum, alle porte di Lecce.
 

 

«È piombato nello studio intorno a mezzogiorno senza che mi accorgessi di nulla – racconta l'assistente – e mi è passato di soppiatto dietro alle spalle, mentre stavo chiudendo le finestre di alcune stanze prima di andare via. Entrato dal balcone dopo essersi arrampicato su un ballatoio, ha percorso l'intero corridoio fino a giungere in sala d'attesa. Recatami anche io nella stanza d'ingresso, l'ho sorpreso mentre stava guardando fuori dalla finestra. Dunque ha subito puntato l'arma nei miei confronti, chiedendomi dove fosse la porta. In quel momento mi trovavo da sola, è stato terribile» Un rischio che ha assunto maggiore concretezza quando ha udito i tre colpi di pistola, sparati dal bandito contro la porta del terrazzo, nel tentativo di guadagnare la fuga sui tetti, dopo avere invano suonato al campanello di altre abitazioni, sperando che qualcuno aprisse.

 

Consapevole del possibile rischio di trovarsi un giorno davanti a qualche malintenzionato, invece, era chi - in quel momento - si trovava proprio nella gioielleria. E cioè il figlio del proprietario oltre alla moglie e la nipote che lavorano nell'oreficeria di famiglia, ed erano - per l'appunto - presenti insieme ad un cliente. A prendere in mano la situazione - sebbene fossero i banditi ad impugnare le armi - è stato proprio il figlio del titolare. «è la prima volta che abbiamo subito una rapina. Il comportamento di mio figlio è stato esemplare – racconta il padre –, è riuscito a mantenere il sangue freddo anche davanti a quegli sconosciuti armati. Dopo avere azionato l'allarme anti-rapina, il suo primo pensiero è stato quello di mettere al sicuro madre e cugina, nascondendole alla vista dei rapinatori dietro la porta in ferro della cassaforte. Le ha protette attirando l'attenzione su di sé, dicendo ai due banditi di parlare con lui. Nonostante l'inevitabile paura, ha avuto la freddezza di temporeggiare più volte per poi gettare per terra i soldi della cassa, in modo da rallentare ulteriormente l'azione dei malviventi.
Quando sono fuggiti, hanno addirittura lasciato sul posto una borsa coi preziosi. Quei quattro minuti “persi” qui dentro sono stati decisivi: nel momento in cui i banditi sono usciti, la polizia era già arrivata».

© RIPRODUZIONE RISERVATA