Sparatoria dopo il colpo: terrore in città

Sparatoria dopo il colpo: terrore in città
di Claudio TADICINI
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Giovedì 15 Settembre 2016, 12:34 - Ultimo aggiornamento: 16 Settembre, 13:51

Far West in città dopo l'assalto armato in gioielleria. Un "colpo" da circa 200mila euro conclusosi con l’arresto di due giovani rapinatori, bloccati al termine di un rocambolesco inseguimento che ha visto poliziotti e malviventi premere il grilletto: i primi – in aria - per frenare la corsa di uno dei banditi; i secondi contro la porta di un terrazzo chiusa a chiave, nel disperato tentativo di cercare una via di fuga sui tetti. E tutto in pieno giorno, vicino a un affollato centro commerciale e ad uno dei viali più trafficati di Lecce.
Una mattinata di terrore, quella di ieri, cominciata all’interno della gioielleria “Prisma gioielli” ospitata sotto la galleria del “Centrum”, e poi proseguita per strada ed all’interno di uno studio dentistico nella vicina via De Gasperi, dove uno dei banditi si è introdotto passando per una finestra aperta, nel tentativo di sfuggire ai poliziotti che aveva alle calcagna.
Per i due non c’è stato scampo. Arrestati sì per la bravura degli agenti, ma anche – come ha tenuto a sottolineare il questore di Lecce Pierluigi D’Angelo - per la solerzia e prontezza di alcuni cittadini, che hanno segnalato al 113 la rapina in corso addirittura prima che i due facessero irruzione nell’oreficeria.

 

 
 
Alle 11.30 il brindisino Antonio Gabellone, di 20 anni, e l’albanese Ronald Karaj, di 22, senza fissa dimora, decidono di passare all’azione e si calano sul viso i passamontagna, pronti ad entrare in gioielleria. Movimenti che non sfuggono ad un passante, che subito allerta la centrale operativa della polizia segnalando una probabile rapina in corso.
I due intanto seminano il panico nell’esercizio commerciale. Brandendo due pistole, minacciano i presenti (alcuni, impauriti, si stendono a terra e si coprono gli occhi) ed arraffano soldi e gioielli, riponendoli in tre grandi buste; allungano le mani anche sui monili esposti in alcune vetrine, che mandano in frantumi. All'interno, intanto, qualcuno aziona l’allarme antirapina collegato all’Alma Roma, che lo inoltra subito al 113.
Quando gli agenti giungono sul posto, i due hanno appena guadagnato l’uscita della gioielleria. Dopo alcuni metri percorsi insieme, i giovani prendono due direzioni differenti: Gabellone tenta la fuga attraverso il parco “Renda”, si sfila il giubbotto ed esibisce l’arma agli agenti, che rispondono intimandogli l’alt ed esplodendo in aria un colpo di pistola. Tanto basta per fermarlo.
 


Rakaj, invece, viene visto in lontananza scavalcare il recinto del giardino di una palazzina a tre piani, all’incrocio tra via De Gasperi e via Longo. Le testimonianze acquisite in gioielleria confermano agli agenti che si tratta proprio di lui e lo stabile viene circondato da oltre una dozzina di uomini. Lo straniero, nel frattempo, terrorizza dottoressa e clienti dello studio dentistico: entrato da una finestra aperta, punta l’arma per farsi indicare l’uscita. Poi sale fino all’ultimo piano e cerca di fuggire sul terrazzo, ma la porta è chiusa a chiave. Spara tre colpi contro l’infisso sperando di aprirlo, ma non ci riesce.
Le pistolettate fanno ulteriormente salire la tensione. Sul posto, insieme agli agenti delle Volanti e della squadra mobile, intervengono anche le Uopi, le Unità speciali antiterrorismo della Polizia di Stato, addestrate a risolvere situazioni “delicate” come questa. Il blitz dura poco. Ormai in trappola, Rakaj getta l’arma ed i proiettili attraverso una finestra, facendosi notare dai poliziotti: è il segnale della resa.
La refurtiva è stata interamente recuperata, mentre le pistole sono state sequestrate. Non è escluso che i due fossero attesi da un complice appostato nelle vicinanze, pronto a fuggire a bordo di qualche auto. Al momento, però, è solo un sospetto che verrà approfondito nel corso delle indagini.



 

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