Andrea cadde dal lucernario e morì a scuola: condannata la preside

Andrea cadde dal lucernario e morì a scuola: condannata la preside
di Valeria BLANCO
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Mercoledì 25 Settembre 2019, 16:09 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 15:03

È stata condannata a otto mesi per omicidio colposo in concorso la dirigente del liceo scientifico De Giorgi, Giovanna Caretto: la preside è ritenuta responsabile della morte di Andrea De Gabriele, lo studente di Campi Salentina che ha perso la vita nel 2014 dopo il cedimento di un lucernaio nella succursale di via Pozzuolo. Un volo mortale nel vuoto durante l'ora di educazione fisica.
La sentenza è stata emessa ieri dal giudice per l'udienza preliminare Carlo Cazzella che ha raddoppiato la pena di 4 mesi chiesta dal procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone. Una condanna per la dirigente (58 anni, di Surbo) che arriva dopo una richiesta di archiviazione di un altro pm rigettata grazie all'opposizione degli avvocati, a seguito della quale venne disposto un approfondimento di indagini.
Disposta anche una provvisionale di 5mila euro a testa per la madre del ragazzo (difesa dall'avvocato Francesca Conte e simone Potente) e per il padre (rappresentato dall'avvocato Luigi Corvaglia) e di 500 euro ciascuno per la nonna e i due zii della vittima. Una somma esigua perché nel rito abbreviato, scelto dalla dirigente difesa dall'avvocato Stefano De Francesco, sono stati estromessi gli enti, Provincia titolare dell'immobile e Ministero dell'Università e ricerca. Parallelamente si svolge il processo con rito ordinario nei confronti del docente di Educazione fisica, Giuseppe Casilli, 66 anni, di Copertino. I genitori si sono costituiti parte civile con gli avvocati Luigi Corvaglia e Francesca Conte, i nonni con l'avvocato Antonio De Mauro.
La dirigente e il docente di Educazione fisica rispondono, in concorso tra loro, di omicidio colposo per aver cagionato, per imprudenza e negligenza, la morte dello studente 17enne. In particolare la dirigente risponde per aver «adibito ad uso sportivo uno spazio inidoneo, ma dalla stessa segnalato e individuato come fonte di altissimo rischio in ragione della presenza del pozzo luce, privo di adeguate misure di sicurezza che lo rendessero completamente inaccessibile».

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La tragedia avvenne negli istanti immediatamente successivi alla fine dell'ora di Educazione fisica: erano le 13 dell'8 gennaio del 2014. Andrea, 17enne (sarebbe diventato maggiorenne dopo tre mesi), si trovava all'esterno dell'edificio scolastico nel quartiere San Pio per una lezione di educazione fisica. Alla fine della lezione, si accorge che il suo giubbino è caduto in una sorta di pozzo luce, un'area che si eleva dal livello stradale di un metro circa, sormontata da una inferriata di circa un metro. Grate in ferro ne ricoprono la superficie, quasi a formare una specie di lucernario per il garage sottostante. Quelle grate, però, sono più simili a una zanzariera, non certo idonee a sostenere il peso di una persona. Ma Gabriele probabilmente non ha pensato a quanto le grate fossero solide: scavalca l'inferriata e poggia i piedi sulla grata.
Ed è qui che avviene la tragedia: quel sottile strato di ferro non regge, si stacca dalla struttura in cemento e fa precipitare Andrea per una decina di metri, all'interno del garage. Sono attimi terribili: il 17enne è ancora vivo quando un'ambulanza del 118 arriva sul posto e lo porta all'ospedale Vito Fazzi. Morirà purtroppo pochi minuti dopo la causa delle gravi ferite causate dal violento impatto contro il pavimento. Trenta minuti per cercare di rianimarlo. Il cuore ha cessato di battere poco dopo le 14. Il medico legale Ermenegildo Colosimo, che su incarico della Procura di Lecce ha effettuato un esame esterno del corpo ha stabilito che Andrea De Gabriele è morto per una frattura alla base del cranio e per lo sfondamento del torace. Le indagini vennero condotte dagli agenti della Squadra mobile della questura di Lecce che, all'epoca, ascoltarono studenti, docenti e personale scolastico per ricostruire il quadro in cui avvenne quella terribile tragedia.
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