"Entriamo in giunta". E a Lecce Forza Italia si spacca

"Entriamo in giunta". E a Lecce Forza Italia si spacca
di Francesca Sozzo
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Venerdì 15 Gennaio 2016, 09:56
Forza Italia perde pezzi e si spacca. E il gruppo consiliare di Palazzo Carafa finisce a carte quarantotto.
L'ultima riunione del gruppo, che si è tenuta mercoledì sera - alla presenza anche del coordinatore regionale Luigi Vitali, e del consigliere regionale Andrea Caroppo - ha portato allo scontro. I cinque consiglieri comunali si sono spaccati sulle scelte politiche da fare. Il famoso “caso Lecce” su cui qualche giorno fa aveva acceso i riflettori lo stesso Vitali.

A rompere gli equilibri l’ipotesi di ingresso dei berlusconiani in giunta Perrone, nello specifico la nomina ad assessore del del consigliere, oggi capogruppo azzurro, Nunzia Brandi. Tre favorevoli, due contrari. Favorevoli alla nomina della Brandi Paride Mazzotta, coordinatore provinciale di Fi, Giuseppe Ripa e la stessa Brandi. A votare contro i consiglieri Gianpaolo Scorrano e Fernando Calò.
Ma c’è di più: a non volere l’ingresso in giunta era stato lo stesso Vitali che una settimana fa aveva richiamato i suoi alla lealtà nei confronti del partito. Vitali aveva chiaramente espresso il suo disappunto nei confronti dei consiglieri di Palazzo Carafa, rei di aver portato avanti rapporti diretti con il sindaco Paolo Perrone – a questo punto per puri interessi personali – non rispettando le linee guida del partito.
Favorevole invece all’ingresso della Brandi in giunta il capogruppo di Fi alla Regione Andrea Caroppo che trova produttivo prendere posto tra i banchi del governo cittadino.

A bocce ferme, all’indomani dell'incontro, resta la «delusione» del consigliere Calò favorevole più ad una politica del fare i cui protagonisti devono essere la città e i cittadini, piuttosto che quella della poltrona, sebbene lo stesso Calò potrebbe diventare (in base ad accordi precedenti) capogruppo a Palazzo Carafa se Brandi diventasse assessore. Se il consigliere deciderà o meno di lasciare il partito del Cavaliere si dovranno attendere le prossime ore e capire se arriveranno o meno le dimissioni formali. Intanto resta l’incognita del dove collocarsi, visto che, lo stesso Calò aveva abbandonato la maggioranza di Perrone per approdare tra i berlusconiani. Gli altri azzurri invece restano a guardare.
La palla ora passa al primo cittadino Paolo Perrone che dovrebbe procedere ad un rimpasto in giunta, o meglio ad una sostituzione: fuori Carmen Tessitore, vice sindaco e assessore alla Pubblica Istruzione e Politiche sociali, dentro il consigliere azzurro con delega allo Sport, Nunzia Brandi.
I vantaggi sarebbero tutti a favore del sindaco, dicono i bene informati. Portarsi in giunta Forza Italia, alla vigilia delle amministrative 2017, significherebbe - almeno sulla carta - arrivare alle elezioni uniti (o almeno queste sono le speranze) trovando la quadratura del cerchio su un candidato sindaco. Dopo la separazione in casa tra Fitto e Berlusconi, infatti, cercare di portare gli azzurri dalla propria parte sarebbe un’alleanza strategica chiunque sia il candidato. Proprio il “gioco” che Vitali voleva scongiurare senza cadere nella trappola della politica al ribasso.

La linea di Vitali era stata chiara sin da subito invitando i fittiani a non dare per scontato l’appoggio in vista del 2017 e aveva considerato «non corretto l’atteggiamento dei consiglieri azzurri» che hanno trattato singolarmente con il sindaco Perrone, non rispettando le «regole del partito». Evidentemente, invece, proprio quegli incontri a quattro (o sei occhi) con il primo cittadino devono aver convinto i consiglieri berlusconiani a salire sul carro della maggioranza e a sedere accanto ai fittiani invece di limitarsi solo a dare il proprio appoggio.
E dunque, se gli accordi saranno mantenuti, la prossima mossa spetta al sindaco “più apprezzato d’Italia” che dovrà annunciare ai suoi la ritrovata amicizia con i berlusconiani. Fosse anche “sacrificando” un assessorato, per molti considerato “svuotato”, senza un portafoglio e senza nemmeno la gestione dell’Ambito. Poco più di un piatto di lenticchie, insomma.
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