«Qui pericoli di crollo»
Niente bagni in 12 località:
ecco il Salento off-limits

di Vittorio CALOSSO
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Sabato 5 Maggio 2018, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 13:25

L’emergenza e il pericolo crolli di coste e falesie nel Salento non è certo tramontata. E la nuova stagione balneare e turistica dalla dorsale ionica a quella adriatica si apre all’insegna della tutela dell’incolumità pubblica e della sicurezza richiesta e rimarcata con i nuovi divieti imposti dalla Capitaneria di porto con le nuove ordinanze, del 13 e 20 aprile scorsi, di interdizione alla balneazione, navigazione, pesca e ancoraggio nei pressi dei tratti costieri rilevati ancora morfologicamente pericolosi nella zona di Santa Maria di Leuca, San Gregorio a Patù, il tratto tra La Reggia e la Montagna Spaccata lungo la litoranea nord Gallipoli-Galatone e Santa Maria al Bagno e il costone fronte mare della marina di Alliste. Situazioni potenziali di pericolosità che si aggiungono alla situazione critica anche lungo il litorale di Santa Cesarea Terme dopo l’ultimo episodio dell’inverno scorso dello sfaldamento della falesia a Porto Miggiano. Il tutto mentre la Guardia costiera, guidata dal comandante Domenico Morello, ha terminato già da tempo la sua azione di verifica (avviata dall’ex comandante Attilio Daconto) e rinnovato anche quest’anno, tra febbraio e marzo scorsi, il sollecito alle amministrazioni locali per la messa in sicurezza dei tratti costieri e rocciosi interessanti dai fenomeni di erosione e da possibili cedimenti, anche potenziali, delle pareti e scogliere con affaccio diretto sul mare. E con il rinnovato invito a produrre le relazioni tecniche e geologiche sullo stato di sicurezza delle zone costiere classificate nel Piano di assetto idrogeologico ad elevata (Pg2) e molto elevata (Pg3) pericolosità geomorfologica. Gli ulteriori sopralluoghi e rilievi effettuati dal personale della Capitaneria di porto e dall’Autorità di bacino hanno confermato la necessità di interdire le zone più a rischio e nelle aree ad alta criticità geomorfologica sono ancora vigenti le vecchie ordinanze, pur rivedute e rimodulate, e che implicano il rispetto dei divieti per la tutela della pubblica incolumità. A queste si aggiungono le nuove prescrizioni che nei giorni scorsi hanno rimarcato ed esteso altri divieti su gran parte dello specchio d’acqua, tra i 10 e 20 metri, del litorale roccioso di San Gregorio a Patù, compresa località Felloniche; su tratti costieri della marina di Alliste lungo la litoranea della provinciale 88 Gallipoli-Leuca; nello specchio d’acqua antistante la Montagna Spaccata e il tratto costiero che si estende in località La Reggia ricadente nel comune di Galatone. Sul litorale salentino il crono programma della Capitaneria ha consentito da circa tre anni di “rivedere” la portata dei divieti traslati in mare nelle zone interdette sui versanti da Andrano a Gagliano del Capo, da Novaglie a Castrignano del Capo e Leuca, così come nei tratti valutati “sicuri” lungo i litorali di Vernole, Melendugno, Tricase, Otranto, Diso, Patù, Gallipoli e Racale. Le ordinanze della Capitaneria, per quanto rivedute e corrette, hanno però rimarcato i divieti ancora vigenti per tutte le zone Pg3, e quindi ad alto rischio morfologico e principalmente nel tratto costiero di Gagliano e Castrignano del Capo con le prescrizioni tra i 10 e i 30 metri dalla costa (con divieto di balneazione, navigazione, pesca e ancoraggio) tra Capo di Leuca e Punta Meliso (ex Colonia Scarciglia), nella zona di punta Ristola, e con la nuova ordinanza del 20 aprile, inerente sempre il litorale di Leuca, con l’interdizione anche delle zone Grotta del Fiume-Grotta Tre Porte, località Marchiello, Grotta del Drago, località Ciardo e la zona prospiciente il ponte “Papa Benedetto XVI”. Resta sempre confermata l’interdizione sino a 100 metri dal suggestivo costone roccioso della località del Ciolo. Situazione sempre di allerta soprattutto sul litorale di Santa Cesarea Terme dove si intervallano le interdizioni degli specchi d’acqua della caletta sottostante la provinciale 358, le zone Fontanelle-Ciolario, Mare piccolo, porto Vergine e la Baia di Porto Miggiano. Tra le più recenti ordinanze restrittive della Guardia costiera anche quella del Maggio del 2016 con la quale la Capitaneria aveva imposto i divieti di balneazione, pesca e navigazione per le scogliere a rischio erosione e sfaldamento sul litorale di Gallipoli. Provvedimento poi rimodulato dopo le perizie tecniche e geologiche presentate dal Comune all’autorità marittima, ma è rimasta critica la situazione e vietata la zona prospiciente la Grotta dei Monaci e la Grotta del Diavolo sul lungomare Galilei, il tratto a sud della Montagna spaccata sul litorale di lido Conchiglie e altri punti all’estremità della zona Pizzo e del litorale nord tra via Fiume e zona San Leonardo. Monitoraggio costante tra Comune e Capitaneria di Otranto anche sul litorale di Melendugno, nel tratto costiero della marina di San Foca, nella zona antistante l’ex Regina Pacis. In seguito ai sopralluoghi da parte della delegazione di spiaggia già un anno e mezzo addietro era stato infatti rilevato il distacco di blocchi di falesia al piede del costone e nello specchio acqueo antistante e da qui erano partiti i relativi divieti di pesca, navigazione e balneazione per salvaguardare l’incolumità pubblica. Fenomeni di movimenti franosi e “spaccature” anche presso la piscina naturale, accessibile attraverso una scalinata rocciosa, in località “Roca Li Posti”, sempre del comune di Melendugno, dove già la scorsa primavera è stato interdetto, con un’ordinanza del 5 aprile del 2017, lo specchio acqueo fino ad una distanza di 50 metri dal tratto di costone roccioso a picco sul mare.

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