«Questo rimborso di 48 euro non mi è dovuto». E lo restituisce alle Poste

«Questo rimborso di 48 euro non mi è dovuto». E lo restituisce alle Poste
di Erasmo MARINAZZO
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Lunedì 15 Febbraio 2016, 07:56
Che fare se per le mani ci si trova un assegno di 48 euro di risarcimento per una raccomandata che si pensava non fosse arrivata a destinazione. E che, invece, è stata regolarmente consegnata? Che fare quando ci si imbatte nelle lunghe ed inutili attese del numero verde di Poste italiane che dovrebbe i consigli sulla procedura da seguire? E se poi qualche impiegato con una voce gentile (ma con aria un po’ furbetta) dice che la pratica è ormai chiusa? Se fa capire, insomma, di lasciar perdere e di passare all’incasso?
Agnese Correra, 28 anni, di Porto Cesareo, ha fatto quello che in pochi - diciamo la verità - avrebbero fatto. Ha insistito fino alla fine, senza mai cedere, come avrebbero fatto gli utenti aventi diritto ad un rimborso. Solo che lei, regista di prefessione, quei soldi voleva restituirli. Sì, proprio così, avete capito bene: restituirli. Ridarli indietro perché non le spettavano. E, dopo mille traversie, ce l’ha fatta. Potenza dell’onestà. Senza mai farsi venire il dubbio che, magari, poteva considerarli un regalo del destino. Proprio non voleva tenerseli e così, dopo una battaglia durata 40 giorni, Agnese è riuscita a consegnare quell’assegno nelle mani della direttrice dell’ufficio postale di Porto Cesareo.
Onestà e caparbietà hanno guidato questa ragazza che si sta costruendo il futuro nel mondo del cinema. Una macro storia, la sua, che non avrà certamente l’eco riservato a Paola Leaci di Novoli per aver fatto parte dello staff di fisici che ha scoperto le onde gravitazionali. Non è una storia che potrà cambiare il mondo, quella di Agnese. Ma è una testimonianza del buono, del genuino e dei valori - questo sì - a cui fanno riferimento le giovani generazioni. Un modello, un esempio di comportamento nella vita di tutti i giorni fatta a volte di furbizie. Una storia da leggere e rileggere quando si smarrisce il senso civico.
Tutto è cominciato per caso poco prima di Natale quando Agnese Correra spedì un dvd a Parigi con il montaggio di alcune scene girate nella capitale francese. Trascorsi una decina di giorni, contattò il destinatario per capire che ne era stato di quella raccomandata: nessuna ricevuta di ritorno e neanche una telefonata dalla Francia per avvisarla che la spedizione fosse andata a buon fine.
La 28enne ha inoltrato un reclamo tramite il sito delle Poste. Tempo qualche giorno è arriva la notizia tanto attesta per le prospettive professionali di questa ragazza: la raccomandata è arrivata. Appena un giorno dopo Poste italiane sui è dimostrata particolarmente celere nella pratica di reclamo perché ha fatto arrivare a casa della Correra un assegno di 48 euro quale risarcimento per la mancata consegna della raccomandata internazionale.
E da quel momento è sorto il problema del cosa fare. O meglio del come fare, perché Agnese ha deciso senza alcun tentennamento che quei 48 euro non le spettavano e, dunque, non restituire l’assegno sarebbe equivalso a “rubarlo”. E non si è fatta scoraggiare o non ha voluto trovare alibi nell’atteggiamento burocratico di chi le ha risposto al telefono quelle volte che è riuscita a superare il muro delle attese e delle linee poi cadute del numero verde delle Poste italiane. Ed ha ignorato anche chi le ha sottolineato che tanto poi non sarebbe andato a controllare nessuno.
Tanta ostinazione alla fine è stata premiata: qualche giorno fa l’assegno è stato consegnato alla direttrice delle Poste di Porto Cesareo. Che non ha lesinato complimenti.
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