Quattro salentini a Istanbul nel giorno della bomba: «Il nostro albergo vicino al luogo dell'esplosione, siamo miracolati»

Quattro salentini a Istanbul nel giorno della bomba: «Il nostro albergo vicino al luogo dell'esplosione, siamo miracolati»
di Valeria Blanco
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Lunedì 14 Novembre 2022, 18:44 - Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 13:56

Paura per due coppie salentine in vacanza a Istanbul proprio nel giorno dell'attentato. All'indomani dall'esplosione costata la vita a sei persone, i quattro salentini - che alloggiano in un albergo situato ad appena 300 metri dal luogo della tragedia - si sentono miracolati. A parlare per tutti è la giornalista Chiara Chiriatti, che si trova ancora in Turchia in attesa di rientrare in Italia mercoledì

Il racconto

«Il nostro albergo - racconta Chiara - si trova 300 metri dal luogo dell'attentato, nel centro storico della città.

Ieri attorno alle 15 eravamo tornati in albergo per lasciare delle cose. A quel punto, volendo andare a fare shopping, avevamo due scelte: o rimanere su quella strada, oppure andare in un'altra zona dove i negozi sono di fascia più alta. Abbiamo optato per la seconda zona e se così non fosse stato a quest'ora forse staremmo raccontando un'altra storia».

La bomba è esplosa alle 4.20 di pomeriggio. Come ogni domenica pomeriggio, la via pedonale dello shopping che va da piazza Taksim a piazza Tunel è piena di gente. Restano a terra decine di persone: sei sono morti, una ottantina i feriti, di cui circa 50 già dimessi dagli ospedali.

«Al momento dell'esplosione - prosegue Chiara - eravamo in un centro commerciale. Una volta usciti abbiamo chiesto di tornare in albergo e il tassista in malo modo ci ha detto che non ci avrebbe portati in quella zona. Lì non parlano inglese, quindi non abbiamo capito cosa stesse dicendo né il motivo del suo rifiuto. Abbiamo preso al volo un altro taxi, e anche queto tassista non ci ha voluto portare. Ha mimato il gesto di una bomba e questo ha acceso in noi qualche sospetto, sebbene su internet non ci fossero ancora notizie dell'attentato. A un certo punto abbiamo iniziato a sentire le sirene di polizia e ambulanze e abbiamo capito che era successo qualcosa. Abbiamo chiamato la nostra guida che ci ha spiegato cos'era accaduto, consigliandoci di tornare a piedi e di non prendere i mezzi pubblici. Ci si è raggelato il sangue». 

A quel punto, anche i telefonini hanno iniziato a squillare: amici e parenti dall'Italia volevano sincerarsi che i quattro stessero bene e al sicuro. «Abbiamo subito chiamato tutti per rassicurarli. Poi siamo rientrati in albergo e non ce la siamo sentita di uscire. L'atmosfera della vacanza è rovinata, ma siamo felici di averla scampata per un soffio, ci sentiamo dei miracolati». 

Nella giornata di oggi, poi, si è appreso che una seconda bomba è stata individuata e fatta esplodere davanti alla casa degli insegnanti di Beyoglu, sempre nella zona dell'albergo dove alloggiano i salentini.

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