Lidi, nuovo stop alla legge sulle concessioni: è scontro, slitta tutto

Lidi, nuovo stop alla legge sulle concessioni: è scontro, slitta tutto
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Martedì 10 Maggio 2022, 23:04 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 19:12

C’è un nuovo stop al percorso del disegno di legge sulla Concorrenza e quindi alla attesissima norma sulle concessioni balneari su cui sembrava fosse stata trovata un’intesa, con le proroghe estese fino al 2025. La questione “lidi” è infatti inclusa in un ddl di più ampio respiro che disciplina anche settori come la gestione dei rifiuti, le concessioni del gas naturale, i trasporti locali, i servizi pubblici, una maggiore liberalizzazione dei farmaci equivalenti. Il pomo della discordia, è però proprio l’articolo 2 (sui regimi concessori, fra cui appunto anche gli stabilimenti balneari).

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L'emendamento

Si contesta il contenuto dell’emendamento che modifica l’intervento sulle concessioni balneari e che secondo qualcuno potrebbe portare, sulla carta, anche a una proroga senza fine. E a una sanatoria all-inclusive delle attuali concessioni a rischio di essere considerate abusive. 
La Lega vorrebbe appunto modificare il testo licenziato dal Governo con un emendamento che prevede una proroga di 5 anni dell’entrata in vigore del nuovo sistema della messa a gara delle concessioni balneari e una prelazione per i vecchi concessionari. All’ipotesi iniziale del governo, c’era invece una fase di transizione di due anni rispetto al termine che il Ddl fissa per la fine del 2023, quindi fino al 31 dicembre 2025. La proposta di Stefano Collina del Pd e Paolo Ripamonti della Lega farebbe scattare le gare «all’esito della mappatura» delle concessioni pubbliche prevista dal testo originario del disegno di legge. Aggiungendo che fino alla data per l’avvio delle gare e al rilascio di un nuovo titolo concessorio, l’occupazione delle aree demaniali da parte degli attuali concessionari «non debba essere considerata abusiva».

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Tuonano i Cinquestelle


Il Movimento 5 Stelle insorge e fa notare, che una nuova proroga del vecchio regime, manderebbe l’Italia in infrazione e a perdere i soldi del Next Generation EU. «Noi stiamo dando una mano anche agli imprenditori del turismo» dice Matteo Salvini. Anche i Pentastellati vogliono tutelare i vecchi concessionari, dietro i quali, però, si troverebbero anche rendite di posizione che impediscono al settore di essere più efficiente e competitivo. «Una tematica complessa che si trascina da oltre un decennio, senza trovare soluzione» dice il senatore Mario Turco (M5s), vicepresidente del M5s. «Dopo anni di proroghe, dal gennaio del 2024 la politica è chiamata a dare certezze ad un settore che per un decennio ha vissuto di false attese» dice ancora Turco auspicando «un nuovo corso con gare pubbliche e con un maggiore efficientamento di tutto il settore». 
Pendono intanto le cause amministrative dinanzi al Consiglio di Stato che per tutti aveva stabilito come termine ultimo per la proroga automatica il 2023 ma che, nei giudizi attivati su una decina di ricorsi di titolari salentini, dovrà anche esprimersi su un nuovo principio: se sia il caso di ponderare le decisioni e quindi le proroghe sulla base degli investimenti effettuati, per consentire così ai gestori storici di ammortizzarli. 

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