Puglia: altri 13 casi, 7 in provincia di Lecce. A Scorrano chiusi due reparti ospedalieri

Puglia: altri 13 casi, 7 in provincia di Lecce. A Scorrano chiusi due reparti ospedalieri
di Maddalena MONGIÒ
4 Minuti di Lettura
Venerdì 24 Luglio 2020, 14:11 - Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 08:48
Focolaio di Covid nel Salento: cresce l'allerta e intanto da ieri sono stati bloccati i ricoveri nei reparti di Chirurgia e Gastroenterologia dell'ospedale di Scorrano, in via precauzionale, dopo che è risultato positivo un paziente ora trasferito agli Infettivi di Galatina. In una settimana 11 nuovi casi di contagio, 7 dei quali collegati a un cardiologo 65enne di Carpignano al momento ricoverato al Santa Caterina Novella di Galatina. Sul caso del cardiologo il direttore generale della Asl di Lecce, Rodolfo Rollo, puntualizza: «Allo stato attuale nella provincia di Lecce, ai cinque casi d'importazione da Paesi extracomunitari si aggiunge un focolaio di sette casi sviluppati attorno ad un sanitario attualmente ricoverato. I nuovi casi positivi erano già in isolamento in quanto contatti stretti del caso indice. A seguito delle nuove positività il Servizio di Igiene Pubblica ha esteso l'indagine epidemiologica per tracciare i contatti e circoscrivere il focolaio».
La mobilità dall'estero è la falla attraverso la quale il virus sta tornando a colpire. E non sono certo i migranti il problema più serio perché quando sbarcano sulle nostre coste sono messi subito in isolamento e quindi non possono essere veicolo di infezione.
Il caso più recente che si è registrato nel Salento è quello di due migranti positivi di nazionalità pakistana sbarcati a Otranto l'11 luglio. Erano in isolamento e prima del trasferimento in un centro di accoglienza sono stati sottoposti a tampone e risultati positivi. Diverso il caso di chi arriva regolarmente dall'estero. Dallo scorso 3 giugno chi proviene da Paesi non Ue deve comunicare il proprio arrivo al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica della Asl dove si è domiciliati e dove il viaggiatore rimarrà in isolamento fiduciario per 14 giorni. Una segnalazione che non sempre arriva e comunque la massa di arrivi è di proporzioni tali (700 a Lecce, 500 a Brindisi, mentre in Asl Taranto sono 150 i monitorati dal Servizio di Igiene pubblica) che, con le forze in campo, è difficile fronteggiare tutti questi ingressi. La speranza è riposta nel senso civico di ognuno. La mappa dei nuovi contagi nel Salento la disegna Fabrizio Quarta, direttore dell'Unità operativa di Epidemiologia e Statistica della Asl di Lecce, con il report settimanale sull'andamento della pandemia nel Salento. Venerdì scorso i casi Covid erano stati solo 5 in tutto il Salento, a distanza di una settimana ne risultano 16. Due sono stranieri in soggiorno temporaneo, uno è residente a Specchia, uno a San Cesario, uno a Poggiardo, uno a Santa Cesarea Terme, uno a Bagnolo del Salento, 2 a Lecce, 3 a Copertino, 4 a Carpignano Salentino. La curva, dunque, ha una lieve risalita. Il numero di casi Covid registrati nel Salento dall'inizio della pandemia passa dai 525 di venerdì scorso ai 537 di ieri. I contagiati il 2 giugno (vigilia della fase 3) erano 19, il 17 luglio 5, ieri 16.
Dei 5 che risultavano ancora positivi venerdì scorso, tre si trovano a Copertino e sono relativi alla famiglia rientrata dal Brasile dove il padre si trovava per lavoro; gli altri due rispettivamente a Lecce e a Guagnano. I tamponi negativi sono stati 20.436, mentre il numero complessivo di tamponi effettuati è di 29.979 che comprendono i positivi e quelli ripetuti. In una settimana ne sono stati effettuati 1.833, quasi 200 in più rispetto alla settimana che ha preceduto l'uscita totale dal lockdown. Il picco dell'infezione, nel Salento, è stato registrato nei 15 giorni che vanno dal 30 marzo al 15 aprile. Tra i positivi prevalgono le donne (290, 4 in più rispetto al 17 luglio), mentre gli uomini contagiati sono 247 (4 in più rispetto ad una settimana fa), ma per entrambi la fascia d'età più colpita è quella dai 50 ai 69 anni: 177 casi di Covid che rappresentano il 34 per cento delle persone contagiate. I meno colpiti gli over 90: solo l'8 per cento del numero totale di casi.

Tornano infatti a tingersi di celeste sulla mappa del contagio allegata al report della Asl di Lecce anche alcuni comuni sinora puliti.  
 


LOPALCO: BLOCCARE IL VIRUS PRIMA DELL'AUTUNNO
​ «Il virus continua a circolare a bassa intensità, ma circola. Proviamo a scoppiare quanti più palloncini possibile, prima che arrivi l'autunno». Lo scrive su facebook l'epidemiologo Pierluigi Lopalco, capo della task force per l'emergenza Coronavirus della Regione Puglia. Lopalco analizza la situazione italiana utilizzando la metafora dei palloncini: «Dove andranno a finire i palloncini...si interrogava Renato Rascel nel famoso ritornello. E noi ci poniamo una domanda non banale: ma l'estate, che fine fanno i virus del raffreddore?» «Non vi nascondo che la risposta è complicata - premette - e credo che la pandemia di Covid-19 ci aiuterà a dare risposte più robuste. Sulla stagionalità dei virus respiratori esistono pochi dubbi. Il raffreddore, del resto, si chiama raffreddore per un motivo. In inglese lo chiamano 'cold', più chiaro di così. Ô dunque una malattia legata alla stagione fredda. Il freddo, che predispone ad inoculi virali più consistenti, insieme alla ripresa delle attività al chiuso, fanno aumentare la circolazione e l'espressione clinica di questi virus», spiega. «Quello che osserviamo ora in molte regioni italiane rispetto all'epidemia di Covid-19 è che l'attività locale del virus si è praticamente spenta».


 
© RIPRODUZIONE RISERVATA