Provincia, conti in rosso: "buco" da 8,8 milioni

Palazzo dei Celestini
Palazzo dei Celestini
di Paola COLACI
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Giovedì 23 Giugno 2016, 07:21 - Ultimo aggiornamento: 17:28
La “cura dimagrante” non è bastata: conti in rosso a Palazzo dei Celestini. Nonostante i risparmi sulle bollette di uffici e scuole, la vendita delle auto blu, i tagli alle società partecipate, i pensionamenti e la razionalizzazione del personale, la Provincia di Lecce chiude i conti del 2015 con un disavanzo di 8,8 milioni di euro. Ma la relazione al Rendiconto della Gestione, approvato ieri mattina a maggioranza dal Consiglio provinciale, parla chiaro: se i conti non quadrano, per l’amministrazione di Antonio Gabellone è tutta colpa dei continui tagli alle risorse da parte del governo Renzi. Ma anche e soprattutto dei 17 milioni e 570mila euro che Palazzo dei Celestini ha anticipato per la gestione delle funzioni non fondamentali a cui, per legge, doveva provvedere la Regione Puglia. Soldi che sono stati spesi dal 1 gennaio 2015 al 28 gennaio 2016 per le funzioni non fondamentali, sì, ma anche per pagare gli stipendi del personale impiegato negli uffici dell’edilizia sismica e protezione civile, polizia provinciale, gestione faunistica, attività culturali, servizi sociali e politiche giovanili e formazione professionale.
 
Tutte funzioni “accessorie” che la riforma Delrio sin dall’aprile del 2014 ha sottratto ai nuovi enti di secondo livello consegnandole nelle mani delle Regioni che, a sua volta, avrebbero dovuto riassegnarle agli enti territoriali attraverso specifiche leggi.
In attesa che i Consigli regionali emanassero le norme di riordino, la riforma aveva stabilito che queste funzioni continuassero a essere gestite dalle Province. Ma i tempi era ben definiti. Le Regioni avrebbero dovuto legiferare entro il 31 dicembre di due anni fa. Poi la data è slittata al 31 ottobre 2015. Non un giorno di più. Le Regioni ritardatarie sarebbero state commissariate e avrebbero dovuto rimborsare alle Province tutte le spese. Seppure la Regione Puglia a fine ottobre ha approvato un disegno di legge, per la Provincia di Lecce il provvedimento normativo definitivo è stato licenziato dal Consiglio regionale solo a inizio maggio 2016. Intanto, però, Palazzo dei Celestini ha continuato a farsi carico di tutte le spese. Un conto da 17 milioni di euro per altrettanti mesi di gestione che, a leggere il Rendiconto, ha impedito all’ente di chiudere il conto consuntivo 2015 senza debiti. Per riavere il dovuto l’amministrazione di Gabellone si è rivolta già al Tar.
Intanto, però, Palazzo dei Celestini chiude in deficit. E ciò nonostante la ferrea “cura dimagrante” messa in atto già lo scorso anno su più fronti. Primo fra tutti quello delle bollette. Riducendo a sole sei ore l’accensione di riscaldamenti e condizionatori negli uffici provinciali e nelle scuole superiori salentine, infatti, il consumo di energia elettrica nel 2015 è risultato pari ad 1,6 milioni di euro. Centomila euro in meno rispetto al 2014. Stretta anche su telefoni fissi e cellulari: meno schede aziendali attive e controlli sulla telefonia fissa hanno permesso alla Provincia di risparmiare 20mila euro in un anno. Negli istituti superiori, inoltre, sono state staccare 143 linee telefoniche fisse che erano risultate particolarmente “costose”. Le spese relative ai consumi nelle scuole, dunque, si sono ridotte a 9,20 euro circa a bimestre per utenza. Tagli anche alle auto blu. In un anno sono state venduti due macchine e due scooter per la somma complessiva di 17.500 euro e sono stati tagliati i chilometri dei mezzi di servizio. A far quadrare i conti, infine, non sono bastati neppure le 58.000 sanzioni e gli oltre 7 milioni di incassi derivanti dalle multe per eccesso di velocità elevate in un anno agli automobilisti sulle provinciali salentine. Ma tant’è. Per provare a risparmiare ancora, ieri il Consiglio ha dato il via libera alla restituzione allo Stato dell’edificio storico che ospita l’Accademia di Belle Arti di Lecce. L’immobile di via Libertini era stato ceduto a Palazzo dei Celestini 16 anni fa, ma ora la Provincia non ha più competenza sulle Accademie di Belle Arti, trasformate da istituti di istruzione superiore in enti di formazione post secondaria. Di conseguenza è venuta meno anche la destinazione scolastica per quella la sede. Da qui, dunque, il mandato agli uffici perché restituiscano l’edificio allo Stato.
 
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