Provincia, bollette troppo care: ora indaga la Corte dei conti

Provincia, bollette troppo care: ora indaga la Corte dei conti
di Paola COLACI
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Sabato 19 Ottobre 2019, 10:58
Bollette dell'energia elettrica troppo care: in un solo anno la Provincia di Lecce avrebbe sborsato 400mila euro in più (per Iva non dovuta) per l'illuminazione di uffici, scuole e musei di sua proprietà. E sulla passata gestione delle utenze a Palazzo dei Celestini si accende il faro della Corte dei Conti e della Guardia di Finanza. Tra carte al setaccio e ascolti dei protagonisti della vicenda sul caso dei mancati rimborsi delle spese in più.

Su incarico della Procura regionale di Bari, il prossimo 31 ottobre il nucleo di polizia economico-finanziaria di Lecce ascolterà l'energy manager Umberto Tarantino. Ai militari delle Fiamme gialle il professionista dovrà dettagliare quanto già denunciò nel febbraio 2012 alla Corte dei Conti attraverso un esposto per apparente insana gestione finanziaria da parte della Provincia di Lecce.

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I fatti risalgono al settembre del 2011. Otto anni fa la Provincia decise di scandagliare le spese relative all'energia elettrica degli immobili di sua proprietà e affidò il compito alla ditta Franzoni Gp di Sirmione. «Verifica finalizzata al recupero di somme indebitamente percepite e/o richieste dai fornitori di energia elettrica»: così si legge nella determinazione di conferimento dell'incarico che porta la firma del dirigente dei Servizi finanziari, Pantaleo Isceri. Alla Franzoni Gp sarebbe stato riconosciuto il 7% del recuperato e, comunque, un compenso non superiore ai 20mila euro. La ditta nominò un professionista di Maglie, Umberto Tarantino, quale responsabile scientifico del progetto. E l'esperto nelle settimane successive si mise al lavoro per passare al setaccio le fatture dei fornitori Enel, Hera e Clean Power. Da una prima sommaria verifica emerse che proprio Enel e Clean Power avrebbero emesso fatture con l'Iva al 21%. Secondo il consulente, invece, la Provincia avrebbe potuto accedere all'aliquota agevolata del 10% prevista per gli edifici a uso domestico risparmiando 400mila euro in un solo anno.

«Ho richiesto il rimborso dell'indebito percepito e l'immediata riduzione delle somme fatturate ai fornitori di cui conoscevo l'esistenza - ha denunciato Tarantino nel suo esposto -e ho inviato i reclami all'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas. La Clean Power Energia, sia telefonicamente sia per iscritto, ha aderito alla richiesta dichiarandosi disponibile a rimborsare quanto fatturato in più e a fatturare in meno in futuro. Il tutto, però, subordinato all'invio dei dati e delle informazioni». In primis alle bollette, dunque. Documenti che, secondo Tarantino, la Provincia non avrebbe mai fornito nonostante le sue ripetute richieste e sollecitazioni. E a poco sarebbero servite anche le segnalazioni sulla questione inviate all'ex presidente Antonio Gabellone e al difensore civico della Provincia, Giorgio De Giuseppe.

Sulla vicenda, già nel 2011, era intervuto lo stesso dirigente Isceri. «La Provincia ha avuto rapporti con il titolare della ditta Franzoni - dichiarò all'epoca Isceri - e quando la ditta ha richiesto i documenti noi abbiamo chiesto una relazione utile a comprendere il volume delle cifre di cui si parlava. Alla fine di gennaio 2012, però, il titolare ci ha scritto comunicandoci che non avrebbe più potuto portare a termine l'incarico per sopravvenuti impegni all'estero. Il 7 gennaio abbiamo sciolto il contratto, ma abbiamo, comunque, chiesto a Enel la restituzione di 53mila euro e a Clean Power altri 240mila euro». C'è di più. Dopo la revoca del contratto con la ditta, fu proprio Isceri a scrivere a Tarantino proponendogli un incarico diretto con l'ente al fine di proseguire le verifiche sulle bollette. Incarico che Tarantino non accettò mai. Ora la parola passa, dunque, alla Corte dei Conti che dovrà far luce su quello che potrebbe configurarsi come un danno erariale.
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