Rabbia in strada a Lecce, centro bloccato da cittadini e imprenditori.Sfondato il cordone della Polizia - VIDEO

Rabbia in strada a Lecce, centro bloccato da cittadini e imprenditori.Sfondato il cordone della Polizia
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Lunedì 26 Ottobre 2020, 19:33 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 09:45

LECCE- Proteste in strada a Lecce, dove nel tardo pomeriggio una manifestazione ha invaso le vie del centro storico, da piazza sant'Oronzo a via Trinchese e poi piazza Mazzini. In strada imprenditori, professionisti ma anche cittadini e partite Iva. Le categorie più colpite dalle chiusure imposte dalle misure varate dal Governo per il contenimento del Covid. A tentare di arginare la folla, che gridava "libertà" contro le restrizioni imposte dal nuovo Dpcm a partire da oggi, un gruppo di poliziotti in tenuta antisommossa. La protesta ha bloccato il traffico di Via XXV Luglio e per poi risalire lungo via Trinchese dove ci sono stati anche attimi di tensione con alcuni gruppi.

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«Ennesimo corteo di protesta divenuto teatro di disordini e tensioni con gli operatori delle forze dell’ordine.

Esprimere il proprio dissenso è un diritto sacrosanto, purché avvenga in maniera pacifica. Bisogna evitare che facinorosi e antagonisti cavalchino il disagio dei commercianti per creare disordini e scontri con la Polizia».Lo dichiara Fabio Conestà, Segretario Generale del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia (Mosap), in merito ai momenti di tensione tra manifestanti e forze dell’ordine in pieno centro a Lecce.«Comprendiamo l’esasperazione di commercianti e imprenditori e la loro protesta. La Polizia è nelle piazze per garantire il loro diritto a manifestare, non reprime le libertà di nessuno. Tra i manifestanti, purtroppo – prosegue –, troviamo frange estremiste di antagonisti e violenti che cavalcano la situazione pur di inveire contro le forze dell’ordine. Ci auguriamo che chi ha creato disordini, sfondando il cordone e lanciando petardi, sia identificato e deferito all’autorità giudiziaria. Dal canto nostro – conclude il sindacalista -, speriamo di avere quanto prima regole di ingaggio e protocolli operativi idonei che ci permettano di fronteggiare queste situazioni nei migliori dei modi, affinché il nostro lavoro non sia criminalizzato e affinché chi ci aggredisce non resti impunito».

«Lecce è presente come tutta l'Italia - dichiara Simone Lucia, pizzaiolo leccese e portavoce dei manifestanti -  Noi Siano le partite Iva, gli autonomi, i commercianti e chiediamo che il governo faccia un passo indietro». Il virus non va ad orario, per chi ha deciso di scendere in piazza contro la chiusura delle 18 che per molti è assurda. E allora la richiesta: «Il governo può ammettere di aver fatto un errore - prosegue Simone Lucia - e fare un passo indietro: chiudere tutti alle 23, non alle 18. Ci diano la possibilità di lavorare».

«Non vogliamo aiuti, ma noi vogliamo lavorare», ripetono a gran voce muovendosi da piazza Sant'Oronzo per raggiungere, scortati dalla polizia, in piazza Mazzini. «Facessero un passo indietro e lo faremo anche noi. Questa manifestazione è pacifica, la prossima non lo sarà».

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