Proroghe ai lidi: prima sospensione dello stop del Comune di Lecce. E a Porto Cesareo sì ai permessi fino al 2033

Proroghe ai lidi: prima sospensione dello stop del Comune di Lecce. E a Porto Cesareo sì ai permessi fino al 2033
di Alessandra LEZZI
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Mercoledì 23 Dicembre 2020, 13:23

Nello scontro con Palazzo Carafa gli stabilimenti balneari si aggiudicano quello che può essere considerato un primo round: sospensive accolte dopo i dinieghi. Dopo il no alle proroghe fino al 2033 firmate dal dirigente di settore, anche a seguito di una delibera della Giunta di Lecce, si è dato avvio ai ricorsi. E visti i tempi ristrettissimi il 31 dicembre scadono le concessioni demaniali esistenti che il Comune non intende rinnovare l'unica strada percorribile per mantenere lo status quo fino alla decisione di merito era chiedere un decreto presidenziale monocratico al Tribunale amministrativo di via Rubichi. Le prime due decisioni favorevoli - prima sezione, presidente Antonio Pasca - riguardano il Sole Luna di San Cataldo e il Maluha Bay di Torre Chianca, entrambi difesi dall'avvocato Leonardo Maruotti di Federbalneari.


La vicenda è nota: il prossimo 31 dicembre scadono tutte le concessioni demaniali marittime. Il legislatore nazionale, con un emendamento inserito nelle Legge di Bilancio 145 del 2018 le ha prorogate al 2033, ma la norma prevede che i titoli autorizzativi siano rilasciati singolarmente dai funzionari dei comuni. In questi ultimi due anni, la giurisprudenza italiana sulla questione ha più volte rimarcato la necessità di uniformarsi a quella europea. Il faro, hanno scritto sostanzialmente i giudici, deve essere la Direttiva Bolkestein e quindi l'obbligatorietà dei bandi. Quattro i passaggi più rilevanti dell'intera vicenda: il Consiglio di Stato che nel novembre 2019 ha sentenziato sull'obbligo di disapplicare la norma delle proroghe in capo non solo al giudice amministrativo ma ai funzionari degli enti locali; la Corte di Cassazione che un paio di mesi fa ha rimarcato l'obbligo per il giudice penale di considerare nulla quella stessa norma; la lettera di messa in mora dell'Italia da parte della Commissione Europea che è l'anticamera della procedura di infrazione.


In questo quadro si inseriva una sentenza del Tar Lecce: unico barlume di speranza per i titolari degli stabilimenti balneari. «Non spetta all'apparato amministrativo, che è puro esecutore, la disapplicazione della norma, che è compito esclusivo del giudice»: così hanno scritto poche settimane fa i giudici amministrativi. Ma il countdown incombeva soprattutto sui lidi leccesi ai quali Palazzo Carafa aveva proposto la proroga tecnica triennale in alternativa alla possibilità, offerta dal legislatore nazionale, di pagare il canone 2021 anche senza il rilascio delle proroghe e attendere esiti migliori dal Governo. La linea dell'amministrazione leccese come una sorta di aut aut: in questa seconda opzione era scritto nella delibera prima e nelle lettere inviate dal dirigente, poi non saranno rinnovati automaticamente i titoli edilizi e paesaggistici. Tradotto, niente passerelle, niente chioschi, niente ristoranti, niente servizi igienici.
Ora, la nuova decisione del Tar Lecce.

Il decreto cautelare ferma il tempo e fa prendere respiro. Sospende i provvedimenti del Comune di Lecce fino al 13 gennaio 2021, data entro la quale è molto probabile anche un intervento del legislatore. «Il nostro obiettivo le dichiarazioni a caldo del presidente di Federbalneari, Mauro Della Valle, titolare insieme alla moglie di uno dei due stabilimenti è sempre stato quello di far applicare la legge, non di scontrarsi con le amministrazioni».


Intanto in mattina, un'altra notizia in tema di concessioni arriva da Porto Cesareo.  L’amministrazione comunale della sindaca Silvia Tarantino, ha scelto di concedere la proroga dei titoli concessori fino al 2033.  Di fatto quindi, il governo cesarino che amministra un territorio in cui ricade anche l'omonima Area Marina Protetta ed una Riserva terrestre Regionale orientata denominata "Palude del Conte e Duna Costiera", ha eseguito compiutamente le disposizioni previste dalla legge nazionale prendendo atto delle previsioni di estensione al 31 dicembre del 2033 del termine per tutte le concessioni demaniali in scadenza al 31 dicembre  prossimo.

(Ha collaborato Francesco De Pascalis)

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