Processo case popolari, «No alle assoluzioni». L'accusa chiede 3 condanne. I nomi

Processo case popolari, «No alle assoluzioni». L'accusa chiede 3 condanne. I nomi
di Roberta GRASSI
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Mercoledì 18 Gennaio 2023, 10:17 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 04:57

L'accusa torna a chiedere la condanna per tre imputati in uno stralcio del processo case popolari che si era già definito in abbreviato. La procura generale ha invocato in secondo grado la revoca delle sentenze assolutorie del gup e l'accoglimento dell'appello della procura.
Si parla del maxi procedimento sulle assegnazioni delle case popolari e su ipotesi di una compravendita di voti rubricata come corruzione elettorale.

La condanna impugnata

I pm Roberta Licci e Massimiliano Carducci avevano impugnato l'assoluzione di Sergio Marti, di Lecce (difeso dall'avvocato Antonio Savoia), per cui era stata chiesta la condanna a tre anni di reclusione, posizione ribadita da procura e procura generale. Era accusato di falso materiale in atto pubblico, abuso di ufficio ed occupazione abusiva di alloggio pubblico in concorso con tre poliziotti municipali. Nel merito era contestato il fatto che fossero state create le condizioni perché potesse ottenere la residenza nell'alloggio occupato abusivamente. Impugnata la sentenza di primo grado (giudice Edoardo D'Ambrosio) per Serena Cervelli e Stefano Armenta, (avvocato Germana Greco): erano stati condannati per voto di scambio a sei mesi di reclusione a testa, a fronte di una richiesta rispettivamente 3 anni e mezzo e 3 anni di reclusione. Ed assolti la prima dal falso ed il secondo dalla corruzione.

Voto in cambio di alloggi


Nel merito l'accusa riguardava un alloggio assegnato in cambio del voto promesso all'ex assessore comunale Attilio Monosi alle elezioni europee del 2014 ed alle regionali del 2015 (Monosi è imputato nel processo in corso con rito ordinario).

Cervelli risponde di avere usufruito di un alloggio a lei gradito (25 euro mensili, il canone), nonostante, peraltro, fosse morosa di 1.150 euro. La procura contesta le assoluzioni parziali. Intanto prosegue il processo con rito ordinario in corso nell'aula bunker davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce (presidente Pietro Baffa). Trentatré gli imputati, fra i quali gli ex assessori comunali Monosi e Luca Pasqualini, l'ex consigliere Antonio Torricelli, il dirigente Pasquale Gorgoni e l'ex dirigente Giuseppe Naccarelli.

In aula a fine gennaio


Si torna in aula a fine gennaio, proprio per la prosecuzione dell'esame e del contresame dell'ex assessore, assistito dagli avvocati Luigi Covella e Riccardo Giannuzzi. Monosi ha parlato a lungo, durante due intere udienze. Ha spiegato di aver accettato quasi per caso la delega alle Politiche abitative e di aver dovuto gestire una situazione parecchio delicata determinata proprio dall'emergenza in corso in materia di edilizia popolare. Ha aggiunto di essere stato fatto oggetto di minacce, in quel contesto, e ha affermato di non aver mai forzato le procedure ma di aver agito sempre correttamente, anche sulla base delle indicazioni politiche dell'amministrazione comunale di centrodestra di cui faceva parte.

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