Falso dentista in provincia: «Procurò un'infezione al paziente». Processo al via

Un dentista
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Venerdì 29 Marzo 2019, 08:27
Avrebbe causato un ascesso perimandibolare negli interventi di otturazione, estrazione ed applicazione di un ponte mobile. Pur non essendo un dentista. Come del resto ha certificato l'Ordine dei medici e degli odontoiatri nel corso delle indagini del pubblico ministero della Procura di Lecce, Maria Vallefuoco, e dei poliziotti della Squadra mobile.
Di esercizio abusivo della professione e di lesioni gravi, dovrà rispondere Damiano Rizzo, 71 anni, della frazione di Strudà di Vernole. Prima udienza al via il 23 gennaio dell'anno prossimo davanti al giudice della prima sezione penale del Tribunale di Lecce, Stefano Sernia. Che Rizzo dovesse essere processato lo ha stabilito il pubblico ministero Vallefuoco con il decreto di citazione a giudizio notificato all'imputato (difeso dall'avvocato Salvatore De Mitri) ed al paziente assistito dall'avvocato Francesco De Giorgi. Quel paziente, un avvocato civilista, presentò una denuncia a settembre del 2017 per riferire di essere stato ricoverato per una settimana all'ospedale Vito Fazzi di Lecce per curare l'infezione e l'ascesso che gli avrebbero creato anche un blocco della mandibola. E per riferire che quella patologia si fosse manifestata dopo le sedute, in tutto una decina, nello studio di Damiano Rizzo, per curarsi due denti ed estrarne altrettanti.
Non una sua valutazione, ma quella del dentista al quale si sarebbe trovato costretto a rivolgersi in emergenza, che l'ascesso fosse la conseguenza dell'operato dell'imputato. Il dentista che cominciò a dargli le prime cure. Il paziente riferì agli inquirenti di avere ricevuto indicazioni da Damiano Rizzo di assumere un antibiotico, per quell'ascesso. Ma che due settimane di trattamento non ebbero nessun effetto, se non quello di peggiorare la situazione.
Il processo dovrà a questo punto verificare se è vero e se sia dimostrabile che l'imputato abbia vestito i panni del dentista di quell'avvocato civilista, pur non essendo abilitato. E che il suo intervento abbia poi scatenato l'ascesso.
Sostiene questo l'avvocato civilista. E per questa ragione si costituirà parte civile nel processo
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