La stazione? «Una vergogna»
Presidio interforze h24, via libera del Consiglio

La stazione? «Una vergogna» Presidio interforze h24, via libera del Consiglio
di Antonio GRECO
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Martedì 23 Ottobre 2018, 10:12 - Ultimo aggiornamento: 10:14
Un presidio fisso interforze, ventiquattro ore su ventiquattro, nell'area della stazione ferroviaria di Lecce. L'ordine del giorno approvato ieri sera all'unanimità da tutti i consiglieri presenti in Consiglio comunale rappresenta di fatto una speranza per rispondere alla crescente domanda di sicurezza avanzata dai cittadini.
Perché passare dalle parole ai fatti non è facile, soprattutto in questi casi. C'è bisogno di ascolto, attenzione, competenza, determinazione, di personale. E di risorse. Ma la volontà intanto è stata messa nero su bianco a Palazzo Carafa suggellata dal voto del sindaco Salvemini e dal benestare del prefetto di Lecce Claudio Palomba, in una delle sue ultime uscite pubbliche prima del suo trasferimento a Torino. Non a caso le prime parole della presidente del Consiglio Paola Povero sono state indirizzate proprio al responsabile del governo in città per il suo forte e vigoroso senso delle istituzioni e le sue indubbie qualità umane. Poi il via al dibattito sollecitato da Michele Giordano, primo firmatario della richiesta di un Consiglio ad hoc su sicurezza e ordine pubblico in città. Il capogruppo di Fratelli d'Italia ha ripercorso alcuni episodi che hanno destato allarme nel corso dell'ultimo anno fino a quelli più recenti, come il tentativo di molestie ai danni di una donna e il tentativo di rapimento di un bambino di quattro anni, avvenuto sabato scorso. È vero come ha sottolineato il prefetto Palomba che occorre distinguere tra la sicurezza e la percezione di sicurezza ma è altrettanto vero che alcune zone della città rischiano di diventare delle enclavi, come la stazione ferroviaria, una zona da riportare alla normalità - ha detto Giordano per evitare di squalificare la nostra immagine turistica. Stazione bocciata dallo stesso prefetto: E' una vergogna. Ho chiesto più volte alla Ferrovie di renderla più sicura ma non è stato fatto nulla. Una città come Lecce mèta di un notevole flusso turistico non merita di avere una stazione di questo tipo. Sul piatto c'è soprattutto il Patto per la sicurezza urbana - oramai in dirittura d'arrivo - che prevede diversi interventi, a cominciare da un efficace e capillare sistema di videosorveglianza. È un'opportunità spiega il sindaco Salvemini - che punta ad obiettivi coerenti strategici con i bisogni della nostra città. Entro mercoledì assicura il prefetto - invierò a Roma il dossier per il nullaosta ministeriale. E' un Patto ambizioso già puntellato in ogni suo aspetto e che presenta forme di coesione ed inclusione e va nell'ottica di una sicurezza integrata. Il Comune da parte sua si impegna nei confronti dei cittadini che intendono rafforzare autonomamente il sistema di videosorveglianza attraverso la riduzione di Imu e Tasi. Ma la sicurezza è questo e tanto altro ancora. E' la chiusura di esercizi commerciali sospetti. E' la limitazione dell'orario di vendita degli alcolici. E' il potenziamento dell'illuminazione pubblica. E' anche la nuova Questura che nascerà nei pressi di via Merine, come annunciato all'unisono ieri nell'aula consiliare di Palazzo Carafa con il sindaco Salvemini: Stiamo facendo, annuncia Palomba, un analogo lavoro anche per quanto riguarda la Caserma dei Vigili del Fuoco, alle prese con evidenti criticità. Sono questi gli anticorpi per cercare di contrastare questo fenomeno ma - avverte il prefetto - c'è bisogno della collaborazione di tutti perché la sicurezza non ha colore politico. Insomma, vietato strumentalizzare e cavalcare onde emotive rispetto a determinati episodi. E vietato scagliare la prima pietra se non si è fatto un autentico esame di coscienza. C'è chi affitta case - tuona il prefetto - praticando particolari canoni o addirittura prendendo soldi in nero. A volte sono le stesse persone che lamentano mancanza di sicurezza e ci chiedono a gran voce di intervenire. Ma il rispetto delle regole vale per tutti. Questione di coerenza. E di cultura della legalità.
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