President in lutto, stroncato dal covid il maitre più amato

A sinistra Giovanni Maschio con Christian De Sica
A sinistra Giovanni Maschio con Christian De Sica
di Francesca PASTORE
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Martedì 20 Aprile 2021, 21:02 - Ultimo aggiornamento: 23:13

Giovanni Maschio aveva 61 anni ed era un gentiluomo: è stato stroncato dal covid. Un volto noto in città: per più di 40 anni al servizio dell’hotel President di Lecce come Maitre, era andato in pensione lo scorso anno, Ed era stato maestro per tutti i dipendenti alla prima esperienza nella ristorazione alberghiera. Il suo desiderio, ora, era quello di godersi la famiglia e un meritato riposo.

In continua formazione, non si tirava mai indietro per la promozione di eventi ed appuntamenti che potessero trasformare in fiore all’occhiello il suo hotel President e la sua città. Giovanni lascia nello sconforto l’adorata moglie Daniela e suoi amati figli Mauro e Andrea. Una tragedia che ha sconvolto tutti, ex colleghi, amici, familiari.

Gli ultimi anni da maitre

L’anno scorso Giovanni aveva raggiunto il traguardo della pensione, un traguardo atteso, desiderava dedicarsi alla sua famiglia e alle sue passioni. Sognava di vivere con serenità e invece il coronavirus ha stravolto tutto.

Il 10 giugno 2020, Giovanni scriveva sul suo profilo social: «Sono passati quasi 44 anni di lavoro. Pieno di soddisfazioni. Ho iniziato nel ‘74 come commis di sala. Il nostro è il lavoro più bello del mondo... È arrivato il momento di appendere le scarpe al chiodo. Auguri a tutti voi giovani un grande in bocca al lupo».

Il saluto del sindaco

Su Facebook anche l'addio del sindaco di San Donato, Alessandro quarta: «Chiunque ricorda il suo sorriso, la passione per il lavoro e la gioia di donare umanità e disponibilità ad ogni persona che incontrava. Abbiamo pagato un prezzo salatissimo con i nostri amici che ci hanno lasciato. Ieri l’ultimo, il caro e amato Giovanni. Il suo sorriso, la sua bontà erano l’emblema di una città intera, votata allo stare bene insieme e ai rapporti sociali. Questa terribile pandemia quotidianamente ci sta ricordando, anche tragicamente, l’importanza della vita nella sua naturale essenza».

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