Poveri, nuova emergenza: 40enni e licenziati e i pasti caldi raddoppiano

Poveri, nuova emergenza: 40enni e licenziati e i pasti caldi raddoppiano
di Serena COSTA
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Lunedì 19 Novembre 2018, 21:13 - Ultimo aggiornamento: 21:16
Separati o che hanno perso il posto di lavoro: i nuovi poveri, a Lecce, sono rappresentati sempre di più da uomini di età compresa tra i 45 e 55 anni. Persone che nascondono il proprio disagio economico alla famiglia di origine e che ogni giorno fruiscono della mensa della Casa della Carità.
È l'allarme lanciato ieri, nel corso della seconda edizione della Giornata mondiale dei poveri fortemente voluta da Papa Francesco, da parte di Simona Abate coordinatrice, insieme al diacono Mario Renna, della Fondazione Casa della Carità di Lecce.
Senza dimenticare che in un anno le richieste giornaliere di accesso alla mensa della struttura di Corte Gaetano Stella sono praticamente raddoppiate: dalle 35 del 2017 sono arrivate alle 70 quotidiane di quest'anno. Un altro segnale di un fenomeno sempre più preoccupante anche a Lecce.
Ieri mattina, in occasione della Giornata dedicata ai meno fortunati, la diocesi di Lecce ha organizzato una serie di eventi tra cui una consegna di doni alternativi ai frequentatori delle strutture diocesane: alla Casa della Carità sono stati donati circa 70 regali tra indumenti nuovi, buoni pizza, sciarpe, cappelli, giubbotti, articoli per la cura del corpo, libri e biglietti omaggio per il cinema. Nutrire il corpo, ma anche l'anima, questo l'obiettivo perseguito dalla Fondazione Casa della carità, che ha voluto puntare l'attenzione sull'identità e la dignità della persona.
«È solo l'inizio di una serie di iniziative che apriranno un nuovo percorso ha spiegato la Abate e d'ora in poi gireremo per tutte le parrocchie leccesi al fine di sensibilizzare tutti i fedeli sulla povertà e rendere la carità un dono quotidiano. Che è poi il cuore della nostra attività: spesso riceviamo chiamate da parte di cittadini che ci segnalano persone che dormono di notte negli angoli più inaspettati e noi andiamo da loro. Chi ha bisogno, tengo a sottolinearlo, può chiamare in qualunque momento i numeri 339/6803360 e 345/6969480. Una delle nostre battaglie è poi quella per l'housing sociale e cioè affittare abitazioni per i fruitori della nostra struttura, ma purtroppo i proprietari, quando apprendono chi andrebbe a occupare i propri immobili, si tirano indietro».
«In un anno, le richieste del servizio mensa sono raddoppiate aggiunge il diacono Mario Renna e dalle 35 giornaliere dello scorso anno, abbiamo avuto un picco di 100 pasti al giorno ad agosto, cifra stabilizzatasi ai 70 di questi ultimi mesi. Nella Casa della Carità ci sono 25 posti letto - 6 per le donne e 19 per gli uomini - e sono occupati per lo più da italiani. Inoltre, offriamo tra le 30 e le 40 colazioni al giorno e 60 docce a settimana per chi non risiede nella struttura. A questi ultimi, la maggior parte delle volte doniamo biancheria pulita, oltre a indumenti: per questo invito la comunità cittadina a portarne quanta più possibile. Un altro aspetto che ci rattrista è che sono in aumento anche i giovani, si tratta di trentenni, che si rivolgono a noi».
Non finisce qui, ovviamente. Perché oltre alla mensa della Casa della Carità ci sono quelle delle parrocchie di San Lazzaro, San Giovanni Battista, Santa Rosa e delle Suore Vincenziane. Come pure altri posti letto per i poveri si trovano nella Casa San Vincenzo in via Costadura e nella Casa Gerico di via Pistoia, accanto alla parrocchia di San Massimiliano Kolbe. Quest'ultima dedicata alle persone appena dimesse dall'ospedale.
L'altro appello, stavolta rivolto alle istituzioni, è stato lanciato al Duomo ieri mattina da parte di monsignor Cristoforo Palmieri che ha officiato la messa in favore dei poveri: «Sensibilizziamo i non poveri a mettersi al servizio dei meno fortunati e prendiamo le distanze da chi dimostra indifferenza». E anche monsignor Flavio De Pascali, presidente della Fondazione Casa della Carità, ha affernato: «L'indifferenza è figlia della cultura dell'individualismo. La cultura di oggi crea le barriere, anziché rimuoverle».
La Giornata è proseguita nella parrocchia di San Massimiliano Kolbe, che a mezzogiorno ha ospitato la Tavola dell'amicizia, i cui viveri sono stati raccolti nei giorni scorsi. Nel pomeriggio, infine, nella chiesa dell'Idria la Festa dell'ascolto organizzata dalla Famiglia vincenziana.
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